Confcommercio: Crescita negativa a luglio, la svolta non arriva

Confcommercio: dopo un primo semestre di crescita prossima allo zero, le possibilità di una ripresa che vada oltre un paio di decimali per il complesso del 2019 si vanno via via riducendo. Il quadro dei consumi appare poco rassicurante, nonostante il modesto miglioramento di giugno.

La stima del PIL mensile di luglio, -0,3% congiunturale, indica con chiarezza come anche il terzo trimestre difficilmente rappresenterà un punto di svolta per la nostra economia. Dopo un primo semestre di crescita prossima allo zero, le possibilità di una ripresa che vada oltre un paio di decimali per il complesso del 2019 si vanno via via riducendo. Il quadro dei consumi appare poco rassicurante, nonostante il modesto miglioramento di giugno. Nel secondo trimestre, sia in termini congiunturali sia su base annua, la variazione è stata sostanzialmente nulla. La prolungata stagnazione e l’indebolimento della congiuntura internazionale stanno portando l’inflazione su nuovi minimi. In questo panorama è possibile che anche i miglioramenti che si registrano dal lato dell’occupazione si esauriscano nei prossimi mesi.

PIL MENSILE

Dopo due mesi di contrazione la produzione industriale è tornata a crescere a maggio registrando, al netto dei fattori stagionali, una variazione dello 0,9% congiunturale. Nel confronto annuo resta negativo per otto decimi di punto. Nello stesso mese l’occupazione ha mostrato segnali di ripresa con un +0,3% rispetto al mese precedente e un +0,4% nel confronto annuo. La fragilità della situazione congiunturale rimane evidente se si guarda alle ultime indicazioni sul sentiment di famiglie e imprese che ha segnalato, a giugno, una diffusa riduzione. Per le famiglie consumatrici il clima di fiducia è sceso dell’1,8% congiunturale, mentre quello delle imprese ha mostrato una contrazione dello 0,9%. Ancora più negativo risulta il confronto su base annua con una riduzione del 5,7% per le famiglie e del 5,5% per le imprese).

 

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

A giugno 2019 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è tornato in territorio positivo dopo la pesante riduzione registrata a maggio (-0,8%) con una variazione dello 0,3% in termini congiunturali e del +0,1% nel confronto con lo stesso mese del 2018 (tabb. 2 e 3). In termini di media mobile a tre mesi si osserva una modesta tendenza al miglioramento (fig. 2).

 

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

L’aumento dello 0,3% registrato in termini congiunturali dall’ICC nel mese di giugno è sintesi di un deterioramento della domanda relativa ai servizi (-0,3%) e di un ripresa di quella per i beni (+0,6%).

Il dato è, inoltre, espressione di una generalizzata tendenza al recupero delle diverse macro-funzioni di spesa. Solo per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa si rileva una riduzione (-0,6%) a segnalare un avvio non particolarmente favorevole della stagione estiva.

Per contro, gli aumenti più sensibili si registrano per le spese per i beni ed i servizi per la casa (+1,3%), sul cui andamento ha pesato in misura di rilievo l’accresciuta domanda di energia, e per i beni e i servizi per la mobilità (+0,9%). Aumenti più contenuti si sono riscontrati per l’abbigliamento e le calzature (+0,5%), per gli alimentari ed i tabacchi  (+0,4%) e per i beni ed i servizi per le comunicazioni (+0,4%). Se per quest’ultima voce si tratta del proseguimento di un trend favorevole che permane ormai da alcuni mesi, per le prime due funzioni il modesto recupero di giugno ha solo attenuato una situazione di perdurante difficoltà.

LE DINAMICHE TENDENZIALI

A giugno 2019 l’ICC ha mostrato, nel confronto annuo, un modestissimo aumento (+0,1%) attenuando in minima parte la situazione di forte criticità che si era registrata a maggio (-0,8%). Nel complesso del secondo trimestre si rileva, rispetto allo stesso periodo del 2018, una sostanziale stabilità (+0,1%), con un deciso rallentamento rispetto al semestre precedente. Il dato dell’ultimo mese è derivato da una crescita dello 0,9% della domanda per i servizi e da un calo dello 0,3% della spesa per i beni.

Nel confronto con giugno del 2018 il segmento più dinamico si conferma quello relativo alla spesa effettuata dalle famiglie per i beni e i servizi per le comunicazioni (+5,9%), al cui interno i beni per l’ICT continuano ad evidenziare tassi di crescita sostenuti.

La presenza di una domanda particolarmente vivace per tutti i prodotti dell’elettronica di consumo ha contribuito, in larga parte, anche all’incremento registrato dalla domanda per i beni e i servizi per la casa (+1,6% su base annua). Più contenuto è risultato, nel confronto con giugno del 2018, l’aumento della domanda per gli alberghi i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,0%). Per tutte le altre funzioni di spesa si rileva una riduzione della spesa delle famiglie con un dato molto negativo per i beni e i servizi per la mobilità (-2,3%).

Riduzioni di una certa entità, nel confronto annuo, si sono continuate a registrare per l’abbigliamento e le calzature (-0,7%) e per gli alimentari le bevande e i tabacchi (-0,5%), segmenti da tempo interessati da una crisi della domanda.

PREZZI: LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di luglio 2019 si stima, in termini congiunturali, una diminuzione dello 0,1%. Nel confronto con lo stesso mese del 2018, i prezzi crescerebbero dello 0,4% proseguendo nel percorso di rallentamento dell’inflazione.