Comune di Torino. Appendino e quel che ci separa

I risultati delle elezioni regionali dimostrano che l'alleanza del PD con il M5S è ininfluente per la vittoria dei candidati piddini, semmai è vero il contrario, visto che tale alleanza, in Liguria, ha portato alla sconfitta del candidato PD-M5S.

Oggi l'argomento è la sindaca di Torino, Chiara Appendino, condannata per falso ideologico.

Cosa dichiara, a proposito, la nostra sindaca?

Che si sospende dal M5S ma non si dimette dalla carica di sindaca.

Immaginate cosa sarebbe successo, se al posto di una rappresentante del M5S, ci fosse stata una persona di altro partito.
Sarebbe stato predisposto un processo in pubblica piazza, con trasporto del reo su carretta verso il patibolo. Il taglio (notare la predilezione del verbo tagliare nel M5S) della testa sarebbe stato accolto dalle risate delle tricoteuses di turno.

Alla memoria sovviene quanto è successo al sindaco penta stellato di Parma, Federico Pizzarotti che, oggetto di un avviso di garanzia, che è a garanzia dell'indagato, fu al centro di attacchi dal M5S, con richiesta di dimissioni. Pizzarotti non di dimise e fu espulso dal M5S, anche se l'indagine si concluse con un nulla di fatto.
Insomma, una indagine vale una espulsione, una condanna no.
Da ricordare Di Maio, per il quale un politico indagato è colpevole a prescindere.

Appendino ha annunciato: "Porterò a termine il mio mandato da sindaca."

Già, manca il completamento della frase: perché sono innocente fino a sentenza definitiva, così come scritto nella Costituzione. Invece, rivendica la buona fede, che è una categoria mentale alla quale ognuno può appellarsi, ma che non trova sostanza nella legge. 
La storia è piena di buone intenzioni naufragate nella tragedia.

Quel che ci separa da costoro è la determinazione a non ripetere le vicende della "Storia della Colonna Infame", così mirabilmente descritta dal Manzoni. 
Non abbiamo bisogno di untori, né di capri espiatori. Loro si.


Primo Mastrantoni, segretario Aduc