Chi vince, chi perde le Regionali: Storie di urne, patti segreti e palloni gonfiati

Siamo andati a votare inutilmente? Forse si. Degli otto che avevo predetto venissero eletti, un solo errore è stato commesso. Cateno non prende tre seggi ma solo due. Incredibilmente, nonostante abbia preso 108.000 voti di coalizione e ben oltre 65.000 nella prima lista, conquista solo due seggi.

La coalizione più votata della Provincia di Messina, raccoglie pochissimo in rappresentanza, solo 2 seggi, contro i 4 del centrodestra con appena 100.000 voti. Resta fuori il delfino uscente Danilo Lo Giudice, e poi, al posto del papabile De Leo, nella prima lista stravince Sciotto. Sgonfiato Lombardo, sostenuto da quasi tutta la giunta di Basile e dalla gran parte dei consiglieri comunali di Messina, ottiene un risultato, che gli consente l’elezione, ma fa riflettere Cateno sull’impegno degli amministratori messinesi eletti appena tre mesi fa, che in città arrivano a poco meno di 2400 voti.

Nel centro destra tutto come da previsioni, in Fratelli d’Italia trionfa Pino Galluzzo che cresce rispetto a 5 anni fa; in Forza Italia si rompe il meccanismo che vedeva Calderone e Grasso a Roma, perché quest’ultima, non essendo stata eletta a Roma non cederà il passo a Picciolo, protagonista di una debacle storica. Il dentista passa dagli oltre 10.000 voti di 5 anni fa, ad appena 5500, ma teniamo anche in conto che Pietro Navarra, deputato uscente del PD, lo sosteneva al massimo della sua forza, convinto di un trionfo, con la promessa di un Assessorato regionale, un fallimento.

Cittadini

Nella lega, tutto come da copione, la spunta Laccoto, l’uscente Catalfamo non cresce e l’esperto Peppino Buzzanca non ha più la stoffa di una volta, l’avevo predetto, e così è stato. Nella lista ad personam Luigi Genovese raccoglie appena 9229 voti, 8500 meno dell’ultima volta, perde la metà dei suoi consensi ma festeggia una nuova elezione. Nel PD vince Calogero Leanza, lo hanno preso per prendere il seggio, ma lo ha preso lui. Nei 5 Stelle si riconferma Antonio De Luca, 2200 voti bastano per arrivare al risultato, la lista è stata premiata da moltissimi consensi. È vero che siamo addetti ai lavori, è vero che magari i cittadini tutto questo non lo sanno. Ma è anche vero che l’astensionismo vince sempre, e consente a tutti di mantenere le proprie posizioni di comodo. Ci rivedremo fra cinque anni, sperando in una sorpresa. Auguriamo buon lavoro al neo eletto Presidente, sperando sempre il meglio per la Sicilia e i siciliani, senza pregiudizi, buon lavoro.

Alessio Mancuso