Franz Rossi e Bobo Pernettaz presentano le loro Conte dai monti: storie, voci e suoni della Valle d’Aosta

Rho – Parole, voci, musica. L’amore per la montagna. Le Conte dai monti contengono tutto questo: racconti e suggestioni ispirati dalle vette della Valle d’Aosta, amate dai due autori. Mercoledì 10 aprile alle re 21.00, Franz Rossi e Bobo Pernettaz presenteranno il loro libro nella Sala Convegni di Villa Burba, in corso Europa 291.

 

Franz Rossi è nato a Venezia nel 1964 e cresciuto a Trieste, prima di trasferirsi a Milano. Appassionato di corsa, ha fondato nel 2008 la rivista X-run, la prima dedicata a storie di corsa. Quasi un libro che racconta delle persone che corrono, delle emozioni, della fatica e del divertimento, dei sentieri di montagna e dell’asfalto della città. Assiduo frequentatore della Biblioteca Villa Burba, ha scritto tempo fa “Corro perché mia madre mi picchia” in collaborazione con l’amico Giovanni Storti. E poi “Una seducente sospensione del buon senso” e ancora “Niente panico si continua a correre”, sempre in collaborazione con Storti, del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Trasferitosi in Valle d’Aosta ha realizzato “Conte Dai Monti” con il pittore Bobo Pernettaz, che di Aosta è originario e si occupa di storie e volumi nella libreria di moglie e figlia. Lavora il legno cercando emozioni nell’assemblare parti esauste.

Conte o “cunte” significa racconti. Sono storie che attingono ai ricordi e alla fantasia degli autori. Il progetto è nato da un podcast in cui Bobo raccontava la storia di sua nonna Tuanette,  La chiave di volta. Da lì è nato un reading proposto in più luoghi abbinandolo ad alcune canzoni. Ne è scaturito un podcast ad hoc, Il ContaStorie, prodotto da Passaggi a Nord Ovest. Il libro, infine, non è solo un libro,  perché forza i limiti della carta stampata e unisce  la voce, i suoni, la musica. Genera un dialogo con chi ascolta o legge. Un volume di oltre 200 pagine che raccoglie 12 storie corredate da immagini realizzate da Bobo, abbinate a un QR code attraverso cui ascoltare la versione raccontata dalla voce di Bobo e il paesaggio sonoro ricreato da Franz.

La prefazione è firmata da Franco Faggiani, uno dei più amati autori di letteratura di montagna, la postfazione è opera di Giovanni Storti.