Perché le scommesse nel basket sono un male non necessario

MILAN, ITALY - MAY 10: C.O.N.I. President Gianni Petrucci attends the Emporio Armani Italy Olympic Team official Kit unveiling on May 10, 2012 in Milan, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

La Fip avvia un’indagine riservata? Ma questa indagine nessuna società di scommesse l’ha quotata! Il Corriere della Sera, a firma di Roberto De Ponti, riportava “Basket minore d’Italia, atleti minorenni, ingenti movimenti di denaro in Asia e giocate anche sui singoli quarti: poco etico e pericoloso. La Federbasket apre un’inchiesta.” (di seguito il link dell’articolo completo https://www.corriere.it/sport/19_febbraio_06/giocano-under-20-regionalima-di-loro-si-scommette-tokyo-2c45a84c-2a4d-11e9-aff1-844956f99687.shtml?intcmp=googleamp)…

 

Tira un bruttissimo periodo per la governance federale, capitanata dall’ex numero uno del Coni, Gianni Petrucci, travolta dai problemi economici di diversi club dalla serie A alle serie minori, dai ritiri di società dal massimo campionato di serie A femminile, da società regionali che rinunciano alle varie fasi, dai problemi di tesseramento e ora pure la problematica scommesse.

In verità, diciamolo senza ipocrisia, non lo sapremo mai se a qualcuno della federazione interessi, sul serio, combattere la piaga delle scommesse illegali, fenomeno che inquina il risultato sul campo e la credibilità dei nostri campionati. In genere gli entusiasmi e l’interesse sono condizionati dal vento che tira in via Vitorchiano 113 a Roma: più titoli, più attenzione. Certo è difficile concentrarsi su una serie di gare sospette con tutto quello che è successo e sta succedendo in Italia. Ma è una vita che nel Belpaese succedono cose enormi e quasi sempre sgradevoli o tragiche e questo non impedisce alla nostra amata classe dirigente viaggi, regali, sfilate televisive.

Sembra proprio cosi che la credibilità di questa federazione sia ai minimi termini ma i vecchi detti non sbagliano mai: “chi semina vento raccoglie tempesta”.

Se il parquet potesse parlare

Siamo nel bel mezzo di una tempesta che, con particolare violenza, sta colpendo il mondo del basket, ambiente che forse troppo in fretta si è voluto dimenticare della vicenda Baskettopoli: dell’aria rancida che tirava a Siena, alle recenti denunce del presidente Giannakopoulos su alcuni arbitraggi in Eurolega che riguardano anche un fischietto del nostro massimo campionato, fino alle scommesse sui campionati regionali e giovanili che destano parecchia preoccupazione a Mamma Fip.

Forse questa è la verità: che la dignità di una federazione non va messa sul piatto della bilancia se sull’altro piatto c’è una puntata sospetta o un guadagno di una società o di un tesserato non lecito (a questo siamo ridotti), ma c’è un avvenimento sportivo che non annoia, e questo può essere solo il bottino di una scommesse aggiustata: è una questione di cultura sportiva?

Era il 10-7-2018 quando il presidente Petrucci nel suo intervento in consiglio Nazionale del Coni dichiarava:
“Proibire la pubblicità sulle scommesse sportive sarebbe penalizzante per lo sport professionistico” e non contento l’ufficio stampa della Fip diramava questo comunicato stampa: “Le scommesse sportive -ha ricordato il presidente FIP Giovanni Petrucci nel proprio intervento in Consiglio Nazionale- sono nate per combattere il toto nero. Inizialmente riguardavano solo il calcio, poi anche il basket e poi via via in parte anche altre discipline. Lo Stato riconosce ufficialmente le scommesse sportive, ma adesso non si capisce perché si debba proibire la pubblicità di un’attività prevista dallo Stato con notevoli conseguenze economiche nel calcio e nel basket, ma anche in altre discipline. Sarebbe un provvedimento davvero penalizzante per le realtà sportive professionistiche” Il presidente CONI Giovanni Malagò ha informato il presidente Petrucci e il Consiglio Nazionale di aver fatte proprie queste tesi e di averle sottoposte al Governo nella speranza di poter apportare correttivi al decreto. Ufficio Stampa Fip . Fonte http://www.fip.it/news.aspx?IDNews=11299
Ovviamente se vogliamo la pubblicità delle società di Betting, non possiamo dopo scandalizzarci se il fenomeno delle scommesse prende piede anche nei campionati regionali e giovanili. E’ vero, ce ne sono pochi di moralisti, e non a caso nel mondo del basket si diceva che non bisognava valutarle sul metro del pregiudizio. Esattamente: quella era una strada lucente e scivolosa, sporca la sua parte. Da un lato, bisogna ammettere che le possibilità umane sulla gestione dei risultati sono al limite, dall’altro che la scommessa dà un forte aiuto alle prestazioni di atleti e arbitri. Non è detto che quelli che frequentano i palazzetti siano tutti santi, anzi il rischio è sempre quello di scoprire l’esatto contrario.

Cari presidenti Petrucci e Malagò con il termine “pubblicità” si intende quella forma di comunicazione di massa usata dalle imprese per creare consenso intorno alla propria immagine, con l’obiettivo di conseguire i propri obiettivi di marketing. La caratteristica principale della comunicazione pubblicitaria è di diffondere messaggi preconfezionati a pagamento attraverso i mass-media. La pubblicità informa, persuade, seduce il pubblico è tutti gli appassionati e per far ciò necessita ampliare la platea delle opzioni disponibili per il gioco da parte delle società di Betting.
Oggi il presidente Petrucci dichiara: «Il problema ora riguarda noi, ma può toccare qualsiasi federazione popolare. Noi siamo solo gli apripista. Per questo, d’intesa con il Coni, vogliamo presentare al governo una proposta perché avvii l’iter per una legge che vieti le scommesse sui campionati giovanili. In Danimarca funziona già così» fonte https://www.pianetabasket.com/il-caso/scommesse-sui-minori-il-basket-e-la-fip-chiamano-il-governo-174679
E no Presidente Petrucci, non ha senso chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati perché di questo si tratta, ormai le cronache sono piene di Sue dichiarazioni con ottime intenzioni per la risoluzione delle problematiche che poi (chissà perché) per svariati motivi naufragano.
Noi di IMG Press Le rinfreschiamo la memoria in merito, come quella volta che aveva dichiarato il 22 Dicembre 2017 alla Gazzetta dello sport, che in virtù della delibera esecutiva del Consiglio Federale FIP dello scorso 11 aprile 2017, bisognava giocare, sin dalla prima gara della stagione 2018/19, in palazzetti con almeno 5000 posti per permettere “l’uguaglianza competitiva” fonte http://www.fip.it/news.aspx?IDNews=10765. Eppure Presidente basta consultare il sito della Legabasket per accertarsi che il Taliercio di MARGHERA (VE) ha una capienza di 3506 posti, il PalaRadi di CREMONA ha una capienza di 3511 posti, PalaPentassuglia di BRINDISI ha una capienza di 3534 posti, il BLM Group Arena di TRENTO ha una capienza di 4000 posti, il PalaCarrara di PISTOIA ha una capienza di 4000 posti, il PalaBigi di Reggio Emilia ha una capienza di 4530 posti, quindi sono tutt’ora presenti luci e ombre, con notevoli differenze, tra i diversi impianti tali da non permettere “uguaglianza competitiva”.
Presidente Petrucci basta slogan, il basket ormai ha bisogno d’altro….noi continueremo a stare sul pezzo informando/denunciando da queste pagine gli appassionati che sempre di più stanno abbandonando il basket. Altri, più simpatici di noi, preferiscono una riga di sdegno quasi ogni tre anni. E così la Procura federale non ha nulla da aggiungere, e ci credo, la Fip ha fatto la sua strada tra luci e ombre, e quelli come noi  restano dell’opinione che contano solo i fatti, non le parole.

 

Ciuff…e…Tino