Giocare per diritto nelle case circondariali di Palermo e Trapani

Il progetto Uisp Sicilia “Giocare per diritto” ha vissuto giornate importanti per le recenti inaugurazioni delle aree da gioco all’interno delle case circondariali Pagliarelli di Palermo e Pietro Cerulli di Trapani.

Il progetto, che ha preso il via a giugno 2021, si sta avviando alla conclusione con l’inaugurazione delle ultime aree da gioco previste dall’iniziativa. Giocare per diritto, infatti, si occupa di realizzare delle aree da gioco all’interno delle carceri, per permettere ai detenuti di rafforzare il legame con i loro figli e di godere di momenti di spensieratezza anche nel periodo di reclusione. Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa e minorile e finanziato attraverso il bando pubblico “Un passo avanti”. Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Ragusa, Messina, Palermo e Trapani, sono i territori coinvolti nel progetto.

Il progetto si concluderà ufficialmente il 30 novembre, siamo alle battute finali, ma mancano ancora le ultime tre inaugurazioni. La prossima sarà il 18 novembre nel carcere di Messina, a cui seguiranno le inaugurazioni ad Agrigento e Catania, entro la fine di novembre. Il presidente Uisp Sicilia, Vincenzo Bonasera, commenta così la fase finale di Giocare per diritto: “Questo progetto nasce con l’adesione di otto istituti penitenziari, poi altri istituti si sono aggregati, come il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto (Me) e quello di Caltanisetta. Quando si arriva alla fine di un progetto si raccoglie quello che si è fatto, le esperienze e la rete associativa che si è riusciti a costruire. Per l’Uisp non è un mondo nuovo questo: da sempre svolgiamo attività nelle carceri. Con questo progetto abbiamo sicuramente aumentato il numero di iniziative e coinvolto quante più persone possibili, cercando di aumentare anche il numero di adesioni. Come tutti i progetti, Giocare per diritto nasce per avere un prosieguo. Siamo soddisfatti, perché intorno a noi abbiamo trovato supporto anche nei comuni, nelle università e in tanti altri enti che sono stati al nostro fianco, e di questo ne siamo orgogliosi. Le grandi difficoltà sono superate dalle grandi soddisfazioni”.

Il 28 settembre l’Uisp Sicilia è entrata con il progetto nel carcere di Palermo.
“Questa area gioco è un simbolo tangibile ed evidente del bellissimo percorso che è stato fatto e che vuole valorizzare il ruolo di genitore del detenuto – ha detto all’inaugurazione Maria Luisa Malato, direttrice della Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo – Questo spazio darà l’occasione di vivere in maggiore libertà il classico colloquio genitore-figlio, che normalmente si svolge nelle sale colloqui. Non solo è importante perché dà maggiore libertà e un senso diverso al colloquio, ma anche perché probabilmente consentirà ai genitori di godere di un momento di vicinanza con i loro bambini. È un segno importante anche di attenzione ai detenuti, che in parte potranno anche riacquistare questo ruolo di genitore che a volte, anche prima dell’ingresso in carcere, per problematiche varie, non avevano rivestito con la dovuta attenzione”.

Il 17 ottobre si è tenuta anche l’inaugurazione dell’area gioco nella casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani.
“Giocare per diritto è stata quasi una scommessa – racconta Marilena Galia del Comitato territoriale Uisp Trapani – non poche sono state le difficoltà e molteplici gli ostacoli da superare. Lunghi colloqui, interminabili trafile per le autorizzazioni, mille telefonate, ma oggi posso dire che tutto quello per cui abbiamo lavorato esiste. E’ stata una grande emozione vedere gli occhi umidi dei detenuti presenti all’inaugurazione, degli psicologi Nicola Pollina e Betty Camuto, che hanno lavorato affinché i detenuti potessero vivere questa esperienza. Ho sentito il respiro di sollievo del responsabile degli educatori della casa circondariale, Giuseppe Navetta, che insieme a me ha combattuto per arrivare al giorno dell’inaugurazione. Adesso avanti tutta! Pronti per sostenere al meglio la genitorialità dietro le sbarre!”.

A cura di Miriam Palma