CASO PATERNICO’: DIFENDERE LA GENTE DALLO SPORT ILLEGALE

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere, un proverbio, frutto della saggezza popolare che nasce dall’esperienza, Un proverbio che calza a pennello nella storia che da qualche giorno tiene banco nell’ambiente della pallacanestro.  

 

Si tratta del caso Paternicò – 11 novembre “Caso Paternicò: Petrucci, Tedeschi e Caruso avete chiaro il senso di responsabilità?” https://www.imgpress.it/sport/caso-paternico-petrucci-tedeschi-e-caruso-avete-chiaro-il-senso-di-responsabilita/  -. Sarebbe certamente ingiusto giudicare la vicenda solo da questo suo tristissimo esordio, ma arrivando questo episodio dopo molti atti della nostra federazione spesso paradossali è forse giusto cominciare a sospettare che dietro gli imbarazzi di giornata si nascondano incapacità di fondo sempre meno occultabili.

Che sta accadendo? Cosa trattiene il presidente Gianni Petrucci nel manifestare il suo pensiero? Sì, nel caso Paternicò assistiamo a un silenzio assordante. Assenza di ogni forma di rumore, di suono o di voce  cosi definisce il dizionario Zingarelli.

“SILENZIO” anche informatico diremmo noi. Difatti in rete e sui social sulla vicenda si trova solo il “minimo sindacale” e cioè un comunicato molto stringato e dai contenuti scontati da parte del sindacato degli arbitri dell’Eurolega di cui il nostro Gigi Lamonica è vicepresidente  “’Union of Euroleague basketball referees” nel quale richiedono a colui che ha fatto esplodere il caso la veridicità di tali accuse. Insomma, è tutto fermo in un mondo però in cui tutto si muove a velocità vertiginosa: gare, campionati, credibilità, autorevolezza, verità.

Nessuno che prenda posizione in difesa di Paternicò e, a cascata, sulla pallacanestro che cosi finisce nel tritacarne mediatico. Possibile che non si riesca a trovare uno spunto diverso? Lo sport dovrebbe essere purezza, trasparenza, sudore, tecnica, agonismo, merito. No corruzione, scommesse, frode, illegalità.

A chi giova questo andazzo?

Rischiano tutti. Rischiano soprattutto gli sport dove il denaro gira. Rischia chi non si protegge. Rischia chi considera le scommesse illegali una cosa da poco e minimizza. Rischia chi non enfatizza la propria integrità morale. Il fenomeno è esploso e l’ombra delle scommesse illegali si allunga dove fiuta novità, denaro, facilità di corruzione. Possibile non si riesca a dare una informazione in più? Purtroppo a noi pare che come per tutti gli altri scandali dello sport, i vertici non si indignano abbastanza.

Preferiscono non vedere, il rischio è l’assuefazione al malaffare.

 

Nello sport si sono infiltrati personaggi ambigui, hanno creato bolle di illegalità poi svelate e scoppiate. Ci vorrebbe un sistema di “governance” del mondo sportivo forte e risoluto che arginasse il fenomeno e su questo punto il governo “giallo-verde” ha cercato di porre un freno ponendo uno stop totale alla pubblicità di giochi d’azzardo e scommesse con l’emanazione nel Decreto dignità.

In quei giorni i massimi esponenti dello sport hanno fatto sentire la voce e, udite udite, cosa hanno dichiarato?

“Le scommesse sportive aiutano il calcio e tanti sport. Vietare la pubblicità sarebbe penalizzante per le realtà sportive professionistiche” Così il presidente FIP Giovanni Petrucci nel proprio intervento in Consiglio Nazionale al CONI. Non solo. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, informò Petrucci e il Consiglio Nazionale, di aver fatte proprie quella tesi e di averla sottoposta al Governo nella speranza di poter apportare correttivi al decreto.

Ci spiace ma noi di IMG Press continuiamo a URLAREEEEEEEEEEEEEE ma ci accorgiamo che se parliamo di sporcizia nello sport, scommesse illegali,  possiamo tranquillamente dire che l’assuefazione è già una certezza. E infatti non desta più, non si dice scandalo, ma neppure quasi dibattito. Perché questo silenzio?

Presidente Malago, Presidente Petrucci, Presidente Tedeschi, Presidente Caruso, Carmelo Paternicò, AIAP, non abbiamo ricevuto da Voi nessun segno di vita in merito alla vicenda Paternicò, neanche un “siete puttane e sciacalli”, che in questi giorni va tanto di moda.

Ci accontenteremmo pure del banale elenco dei meriti dell’arbitro siciliano, della Federazione pallacanestro, degli interventi da voi adottati per combattere la corruzione nello sport, le scommesse illegali e le frodi in genere, sì, insomma, le cose più innocenti servite però con fantasia e credibilità.

A noi pare, invece, che i mali dello sport così gestito sono cominciati molto tempo prima dell’ultima vicenda Paternicò. E sono mali di fantasia, di sufficienza, del così fan tutti, di incapacità o pigrizia nella volontà di fare pulizia, che rischiano di rendere il nostro basket soltanto una pagina di cronaca giudiziaria.

Che tristezza, conta solo il fatto tecnico, questa perversa regolarità del campionato, il mito del sempre e comunque e il suo susseguente martirizzarsi con l’aria di chi nonostante tutto ce l’ha fatta anche stavolta. Veleni o non veleni. Nel momento in cui viene a galla un bubbone che certifica una certa fragilità del sistema, possibile sia sufficiente che la palla finisca nel cesto per considerare tutto regolare?

 

Di seguito il comunicato del sindacato Union of Euroleague basketball referees (UEBO)

 

 

The letter reads:

Union of Euroleague basketball referees (UEBO) expresses its absolute rejection towards the accusations made by the owner of Panathinaikos Mr. Giannakopolous against two of our members and that is why we demand that the veracity of such accusations is proven and in any case we reserve the right to take legal action to protect the integrity, transparency, and professionalism of all UEBO referees. We are not willing to accept any false accusation from any representative of any team, since, in our opinion, they have been made for the purpose of manipulating and conditioning the work of the referees, and to continue with the unproven accusations, to make their decisions far harder which could affect the competition.

UEBO Board of directors

 

 

Unione di arbitri Basket Eurolega (UEBO) esprime il suo rifiuto assoluto verso le accuse fatte dal proprietario del Panathinaikos Mr. Giannakopolous contro due dei nostri membri ed è per questo che chiediamo che la veridicità di tali accuse siano  dimostrate e in ogni caso ci riserviamo il diritto di intraprendere azioni legali per proteggere l’integrità, la trasparenza e la professionalità di tutti gli arbitri UEBO. Non siamo disposti ad accettare alcuna falsa accusa da qualsiasi rappresentante di qualsiasi squadra, dal momento che, a nostro parere, sono stati fatti allo scopo di manipolare e condizionare il lavoro degli arbitri, e di continuare con le accuse non dimostrate, per rendere il loro decisioni molto più dure che potrebbero influenzare la concorrenza.

UEBO Consiglio di amministrazione

 

Ciuff…e…Tino