Calcio & AS Roma: Arrivederci Daniele De Rossi

La conferenza alla vigilia di Roma-Parma non può che essere monotematica: Daniele De Rossi. L’ultima partita del capitano di Ostia cattura l’attenzione di tutti, a iniziare dai tifosi che accorgeranno allo stadio, andando verso il tutto esaurito.

 

La gara passa in secondo piano, anche e perché a meno di illogiche ed eccessivamente improbabili combinazioni, per la Roma sarà Europa League. Claudio Ranieri non ha dubbi:

De Rossi gioca e lo farà dal primo minuto. Entrerà in campo con la sua fascia, credo che meriti la standig ovation di tutto l’Olimpico. Deve essere una festa e lui deve fare una grande partita. Se ci tengo io, immaginate lui.È un ragazzo che riesce a trasmettere nel suo gioco la passione per la maglia che indossa, che sia l’Italia o la Roma. Si vede che esprime la voglia di fare il massimo. Non vuol dire che gioca sempre bene, ma che vuole dare sempre il 100%. Un giocatore del genere si deve sempre apprezzare. E poi è un punto di riferimento all’interno dello spogliatoio. Ha carattere e i compagni si possono appoggiare a lui.”

Per i giallorossi si tratta di fine ciclo, con tanti giocatori che lasceranno la Roma per questioni anagrafiche o per tentare nuove esperienze in altri lidi.

“Io credo che il gruppo è valido, è ben miscelato. Ci sono gli anziani giusti e i giovani giusti, anche se da qualche giovane ci si aspettava di più. Ma il gruppo è sano, non si riparte da zero. Si riparte da una classifica deficitaria, perché la Roma era abituata ad andare in Champions, ma non da zero. Il nuovo allenatore dovrà ricostruire quelle che sono le proprie idee, ma come succede sempre. I giocatori devono essere intelligenti e plastici per capire quello che vuole il nuovo allenatore.”

Quindi Ranieri fa un paragone con il passato: la Roma del ciclo 2009-2011, sembra un’era calcistica fa, era molto diversa da questa, economicamente meno forte, ma che forse era capace di attirare le simpatie dei tifosi. Le differenze, rispetto a oggi, ci sono  e sono tangibili.

“Ho trovato una struttura più moderna, ma a mio avviso c’è troppa gente. Io sono abituato ad avere intorno meno gente, ma capisco che la Roma sta diventando una società internazionale e il brand conta molto. Forse nel momento più importante si potevano gestire meglio determinate situazioni, sono uscite troppe volte le voci su Dzeko che andava via, Zaniolo che andava via e cose del genere. Non dico che questo ci ha tolto qualcosa, ma sarebbe servita una linea comune. Non è una critica verso nessuno, ma forse avremmo strappato quei due punti in più che ci sarebbero serviti. Sono convinto che tutti quanti debbano essere concentrati in un’unica direzione. Quando ci sono troppe voci vieni inconsciamente assorbito da queste ultime. Non voglio dire che i ragazzi si siano fatti coinvolgere, ma dico che quando tutti vanno in un’unica direzione si raggiungono gli obiettivi”.

Claudio Andò