Io, Siracusano maestro di tennis e di vita

Messina e lo sport. A volte non si capisce bene a cosa serva questo spazio educativo – sportivo in un luogo che privilegia i raccomandati al bene della città. E quando si parla di attività agonistica in luoghi senza regole c’è da scappare per non cadere in depressione. E lo stato di malessere cittadino lo pagano le nuove generazioni a cui i vertici istituzionali negano il sogno di diventare un giorno campioni. Calcio, basket, tennis… e bon è solo questione di strutture: ci sono eccome ma vengono gestite male, malissimo quasi fossero una casa personalissima piuttosto che un centro di sport, di crescita, di rapporti umani. Oggi parliamo di tennis messinese, lo facciamo con il maestro Cosimo Siracusano, tecnico nazionale della Federazione italiana tennis (Fit). Il tennis come è visto dai “cervelloni messinesi”? Casareccio più che casalingo, con pochi spettatori, poca pubblicità, scarsissimo riscontro sui giornali. Una cosa loro piuttosto che di tutti, specie se si utilizzano beni collettivi. Eppure c’è un mondo che si muove in nome del tennis. Anche d’inverno, siamo al Tennis Club Messina dove Siracusano lavora da quattro anni.

Cosimo Siracusano, come nasce questa tua passione per il tennis?
La passione per il tennis nasce all’età di 7/8 anni nell’intento di imitare i giocatori professionisti visti e ammirati in televisione… ho martellato, per ore e ore, con la racchetta di legno, i muri del cortile.

Che tipo di maestro sei?
Credo di essere un buon maestro, capace di assumere gli stati d’animo, gli atteggiamenti, i comportamenti più corretti con le persone in un rapporto efficace e credibile con gli allievi e l’ambiente di allenamento. Penso di avere la capacità di armonizzare in modo ottimale la propria motivazione al successo, insieme a una forte motivazione al compito (la tecnica di acquisire) e al benessere complessivo del gioco: quando si è in campo si lavora!

Educare oggi i giovani allo sport è più semplice o più complicato rispetto a quando hai iniziato tu?
Insegno da 23 anni, credo di poter affermare con certezza che i giovani di oggi sono profondamente e totalmente diversi da quelli come me che hanno intrapreso questa disciplina sportiva. Questo perché la vita di oggi è diversa sa quella di ieri, i problemi oggi sono altri e quindi educarli allo sport è più complicato. Per questo fare attività dentro un campo o una palestra rappresenta una possibile crescita. Un momento di evoluzione della personalità: però molto dipende dalla modalità al relazionarsi del tecnico con il ragazzo e con gli obiettivi dell’attività sportiva che gli trasmetti.

Messina è la città ideale per avvicinarsi al tennis?
Credo che Messina sia la città più difficile di tutte per avvicinarsi allo sport in genere, non sto qui a raccontare i problemi, ma potete immaginare… Il tennis è uno di quei settori dove i costi alla partecipazione a volte non sono sostenibili da parte dei genitori che già devono far fronte alle tante problematiche di una famiglia… ma ciononostante devo registrare ogni anno (il quarto come direttore tecnico del Tennis Club Messina) un incremento nei numeri di allievi che frequentano la mia scuola!

La bravura paga sempre o serve una buone raccomandazione?
La storia ci insegna che nella vita le persone studiano tanto per poter essere professionisti, per primeggiare, per essere dei numeri uno e capita spesso di ritrovarsi dietro a qualcuno che certi percorsi non li ha mai fatti… Ma poiché credo nelle favole penso che la bravura paghi sempre, sostenendo che qualsiasi direttore di azienda o dirigente abbia bisogno di professionisti bravi per offrire qualità ai propri clienti togliendoli alla concorrenza.

Amici e nemici che pensano di Cosimo?
Più che amici e nemici, parlerei di stima e invidia. So di essere stimato dai miei dirigenti, perché comunque con il mio lavoro ottengo dei risultati, cresciuti anche in tendenza dei numeri di allievi ed economici. So anche di essere stimato dai miei allievi, nonché dai loro genitori, cercando di essere per loro un punto di riferimento, sia a livello tecnico ma soprattutto umano. Di conseguenza, chi prova invidia verso di me mi trasmette energia positiva: la considero una forma di stima da parte di chi non essendo capace di competere in qualsiasi altro modo usa questa forma di comportamento!

Qualche soddisfazione però arriva, no?
Le soddisfazioni sono una conseguenza della tua bravura nel cercare di trasmettere i valori, le conoscenze e questo attraverso il lavoro giornaliero, il continuo aggiornamento della tua professione. Solo questo ti permette di restare al vertice della classifica di gradimento delle persone che scelgono te, poi le soddisfazioni personali sono che da quattro anni sto al Tc Messina quale direttore tecnico e da quest’anno anche consulente tecnico alla programmazione tecno – tattica con il settore agonistico femminile di giocatrici italiane e straniere con classifica mondiale Wta presso la Leonardo tennis academy di Catania.

Se dovessi dare un consiglio ai tanti genitori che vorrebbero che i figli diventassero tanti Nadal o Federer?
E’ giusto osservare i campioni nella speranza di capirne i segreti, ma è sbagliato tentare di emularli. Ognuno ha un proprio percorso, un viaggio fatto di obiettivi e motivazioni uniche. Solo seguendo questa via potranno veramente crescere e maturare, diventando Uomini con la U maiuscola!

Che cosa ti manca per essere il numero uno?
Non credo che esistano delle classifiche per valutare un coach, nè tantomeno riesco a darmene una, ma so per certo di essere bravo. Questa convinzione deriva dal fatto di aver studiato tanto e che lo stia continuando a fare per essere numero uno agli occhi dei miei allievi!