Giusy Ardizzone ci svela la ricetta per essere competitivi nel basket

Da che mondo è mondo, negli sport di squadra una delle figure più importanti per una smisurata molteplicità di motivi è l’allenatore: è questa figura infatti a essere esaltata se le cose vanno bene, condannata se vanno male, ma sempre e comunque, messa in discussione, nel bene o nel male. Forse è proprio quest’ultimo rischio del mestiere a fare di ogni allenatore un personaggio a sé stante, che può avere si tratti di comunanza con altre figure dello stesso settore ma quasi mai le stesse idee e gli stessi modi di fare/agire. Abbiamo incontrato Giusy Ardizzone, ex giocatrice di pallacanestro e da ormai diversi anni alla guida della Polisportiva Odysseus Basket Messina, attuale capolista in C Femmmile, per tentare di farci svelare i segreti di questa realtà emergente nella pallacanestro femminile cittadina.
Giusy, da coach, ma anche da ex giocatrice, raccontaci un po’ della tua esperienza con l’Odysseus in questi ultimi anni e delle prospettive future.
“Non posso che ritenermi soddisfatta dell’operato della Polisportiva Odysseus riguardo al settore basket: questo è ormai il quarto anno di attività come prima squadra femminile e gli obiettivi diventano via via sempre più ambiziosi senza, naturalmente, trascurare il settore giovanile, versante in cui stiamo crescendo e crediamo di poter ottenere molto dai giovani talenti mirando, se possibile, a partecipare a qualche campionato federale già il prossimo anno”.
La squadra di quest’anno va davvero forte: sei ancora imbattuta dopo dieci giornate e favorita nella volata finale. La ricetta che ti ha fatto ottenere questi successi?
“Non ci sono ricette o segreti. Le cose da fare sono semplicemente essere seri e costanti nel lavoro svolto, progettando attentamente le stagioni in base alle proprie possibilità e al materiale umano a disposizione, credendo fermamente di poter ottenere quanto ci si è prefissi a inizio stagione”.
E… cosa si è prefissata l’Odysseus?
“Inutile dire che, tanto la società, quanto io stessa, dopo che lo scorso anno, malgrado fossimo a metà classifica, per effetto dell’abolizione della B Regionale, siamo tornati in C, ma determinati a riscattarci nell’immediato. Grazie alla disponibilità della società è stata allestita una squadra per il salto di categoria e le aspettative stanno prendendo la giusta direzione anche se non ammetto cali di tensione da parte di nessuno. Grazie ad allenamenti e gare siamo divenuti più maturi anche a livello tecnico, di gestione,organizzazione societaria e quest’anno vogliamo fare bene in questo campionato. Come dicevi siamo imbattute alla fine della regular season e vantiamo 4 punti di differenza dalla seconda in classifica, pertanto guardiamo con ottimismo al futuro”.
Qualcuno ha detto che la promozione in B è un discorso a due tra Odysseus e la Lazùr Catania, mentre tutte le altre compagini vi faranno da sparring partner. Come rispondi a questa provocazione?
“Non è mio stile raccogliere alcun tipo di provocazione, poiché sono una che bada sempre a ciò che conta senza dare ascolto a voci di alcun tipo. Riguardo al livello del campionato mi limito a dire che nonostante le facili affermazioni della mia squadra contro avversarie non sempre brillanti, c’è un lavoro duro e costante delle mie atlete dietro a ogni successo, svolto da gente che cerca di conciliare le problematiche della vita di tutti i giorni con la pallacanestro, cercando di rendere al meglio sia dentro che fuori dal campo. Non credo pertanto che il merito dei successi dell’Odysseus sia esclusivamente da attribuirsi alla presunta inferiorità degli avversari”.
Come hai impostato, sotto il profilo tecnico, il lavoro per quest’anno?
“Contrariamente agli altri anni, il lavoro di questa stagione ho preteso iniziasse ben prima dei tempi, svolgendo un’attenta preparazione atletica nel pre-season. Ciò ha giovato non poco dal punto di vista del rendimento, aumentando i ritmi su cui impostare ripartenze e recuperi difensivi, abbassando al contempo il rischio di infortuni. Sicuramente il mio lavoro è stato anche agevolato dalla presenza nel roster di giocatrici di categoria superiore come Arigò e Kramer, capaci di rendere tutto più facile con le loro giocate, ma sono ancor più contenta che tutto il gruppo risponda bene e giornata dopo giornata migliori sempre più, mettendo in evidenza le capacità tecniche di tutte le giocatrici che ho a disposizione. Del resto questa sinergia tra le mie ragazze è saltata fuori in molte delle gare sin qui disputate, in cui tutte quelle scese in campo scrivono il loro nome a referto per punti segnati”.
Adesso vi aspetta il primo di una serie di appuntamenti importanti, la finale di Coppa Sicilia. Come stai preparando questa e le successive gare?
“Già, adesso ci aspetta la Coppa Sicilia, dove potrò valutare le potenzialità della squadra contro la formazione di Castellamare, capolista nel girone A. Non ci siamo mai incontrate sino a ora, quindi mi aspetto una gara piacevole sotto ogni profilo e, perchè no, ricca di colpi di scena. Al di là di ogni pretattica, sappiamo che ancora il campionato è lungo, ci aspettano la fase adorologio e soprattutto i play-off, quindi ho chiesto alle mie un ulteriore sacrificio in termini di intensità e di sacrificio: in momenti come questi è importante tenere la tensione alta e continuare ad allenarci costantemente, come abbiamo fatto finora”.
La strada da percorrere è ancora lunga… ma svelaci il futuro?
“Sinceramente no. La società fa un passo dopo l’altro, senza falsi proclami, per poter costruire un gruppo che possa dare soddisfazioni anche in un prossimo futuro. Mi sembra molto prematuro parlare oggi dei progetti futuri, anche alla luce della riforma dei campionati femminili che la Federazione si accinge a varare. Reputo quindi più coerente pensare intanto a finire questo campionato centrando gli obiettivi prefissati. Ci sarà modo e tempo a fine stagione per programmare la prossima, come abbiamo sempre fatto”.