Riutilizzare a fini sociali i soldi sottratti ai corrotti come segnale di discontinuità da tangentopoli

“L’unico modo per dare un senso a questo triste anniversario di Mani Pulite è attuare senza indugi la normativa sulla confisca e l’uso sociale dei beni dei corrotti, oltre a una ripresa dell’iter parlamentare del ddl anticorruzione. Su questo punto chiediamo in particolare un preciso impegno da parte dei ministeri competenti”. Nelle parole del Responsabile trasparenza e legalità, Vittorio Ferla, la posizione di Cittadinanzattiva sul grave stato di corruzione dilagante nel Paese. Come ha confermato la relazione della Corte dei conti continua Ferla l’impatto della corruzione sull’economia nazionale vale almeno un paio di manovre finanziarie. Il che, tradotto in mancati servizi ai cittadini, si traduce in malati curati per terra nei corridoi degli ospedali, assenza di manutenzione delle scuole, imposte locali crescenti, cantieri delle grandi infrastrutture al palo, completa digitalizzazione della PA e informatizzazione della giustizia ancora un lontano miraggio. In questo momento di forte crisi economica in cui il Governo è costretto a iniziative molto dolorose per i cittadini, con tagli alla spesa pubblica e maggiori imposte, diventa cruciale fare affidamento anche su quelle risorse recuperate dai beni indebitamente sottratti alla comunità per interessi particolari da parte di rappresentanti eletti, amministratori e pubblici ufficiali. In particolare, diventano sempre più insopportabili i tagli ai servizi che migliorerebbero la qualità dei cittadini quando le risorse che potrebbero essere impiegate finiscono nei circuiti illegali alimentati da politici e amministratori che abusano del loro ufficio”. Sui temi della trasparenza e legalità, Cittadinanzattiva ha organizzato il prossimo 20 marzo al Senato della Repubblica un confronto pubblico alla presenza di magistrati, rappresentanti delle Istituzioni, della PA, della società civile e del mondo imprenditoriale.