Censura dei grandi media cartacei sulle pronunce Antitrust. Vodafone, i precedenti e i prossimi

L’Antitrust ha multato Vodafone perchè rifilava contratti indesiderati ai suoi clienti e le ha intimato di smetterla. Multa tipo “sosta vietata” dei comuni mortali per loro: 1 milione di euro; niente di che’ visto che dall’operazione illecita come minimo in sette mesi ci hanno guadagnato 239 milioni. Della notizia, diffusa ieri, ci si immaginava che oggi i media cartacei piu’ “grossi”, quelli che fanno la cosiddetta opinione vendendo centinaia di migliaia di copie, ne parlassero. Abbiamo trovato solo una notizia su IlSole24Ore, a pag 20 dell’inserto “Impresa e territori”, su una colonna, 16 righe: 6 per la notizia e 10 per la difesa contro l’Antitrust da parte di Vodafone.
No comment! Per come hanno deciso di dare la notizia sull’”house organ” della Confindustria. Si commenta da sè.
Ma “yes comment” per il silenzio di tutti gli altri. La notizia non e’ interessante? La notizia è solo per gli addetti ai lavori (18 milioni di utenti della multinazionale britannica e tutti gli altri milioni di utenti di telefonia mobile che ogni giorno sono vittime di vessazioni e illeciti simili o identici…)? Suvvia… “Pecunia non olet”, tutto qui! E per avvalorare che i soldi non puzzano, cosa c’è di meglio di rinunciare a tutti i principi e i metodi che sono base dell’informazione in un regime democratico? Pensiero medio di questi giornali cartacei: “e se poi Vodafone non ci fa più le costosissime paginate e paginate di pubblicita’? Lasciamo perdere, meno se ne parla e meglio è”. Confindustria non ha potuto farne a meno, per un briciolo di difesa della propria corporazione di industriali, ma gli altri…. Siamo matti -avranno detto-. E poi -sempre avranno detto- l’Antitrust non serve a nulla, quelli che dovrebbero tutelare i consumatori (ndr, cioè il 100% della popolazione) ci fanno solo del male, e se fanno male a noi, e’ la fine dell’opinione pubblica, di cui noi siamo padroni e alfieri.
Non e’ la prima volta che accade… e immaginiamo che non sarà l’ultima. Era marzo del 2014, Telecom, Vodafone e Wind erano state riconosciute colpevoli da parte di Antitrust di aver messo in atto pratiche commerciali scorrette, e loro stesse, per non pagare le sanzioni avevano ammesso di averlo fatto e che non l’avrebbero piu’ fatto. La notizia non apparve in nessuno di questi giornali della cosiddetta grande opinione. Per l’appunto, avevano preso impegno di non farlo piu’. E’ di eri la condanna “mediaticamente clandestina” di Vodafone e -crediamo- che tra breve altrettanta condanna ci dovrebbe essere per un’altra porcata identica a quella di Vodafone ma messa in atto da Tim con una gabola che si chiama “Tim Prime”. Crediamo che anche in questa occasione ne vedremo delle belle… chiamiamole cosi’, anche se il nome semplice, esplicativo e diretto e’ uno solo: censura.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc