Oggi però abbiamo un problema in più: la legalità

di Roberto Gugliotta

Allarmi, son tornati i cittadini. Il pericolo rosso per la democrazia. Il che, unito a ripetute esortazioni a farla finita col governo di quellicheceranoprima, alla grande immagine piratesca dei politici (di quellicheceranoprima, ovvio) che mettono le mani nelle tasche dei messinesi legittimati dunque allo sciopero (delle idee), all’attacco del pensiero rivoluzionario “da ultima spiaggia” e naturalmente al richiamo di pancia e di stomaco alle “ragioni del tengo famiglia”, rappresenta il punto più forte e imperdibile del pensiero scritto, inciso e divulgato dalla “Casta dal basso”. Oggi però abbiamo un problema in più: la legalità. Esiste un problema di questo genere se si marcerà per le vie di Messina. Sarebbe lecito domandarsi se la legalità è un diritto o un dovere. Che dovrebbero dire in proposito i precari, i figli di nessuno, i senza padrini? Vorrei chiedere al sindaco e qualche pezzo della sua Giunta se è legale quello che accade ogni giorno sul Viale Europa dove gli spazi si restringono per colpa di qualche commerciante ma a nessuno del Palazzo sembra importare… è legale occupare il suolo pubblico? Purtroppo non trovo risposte negli editoriali pubblicati di quelli che oggi sono vicini ai padroni del vapore. E’ legale metabolizzare l’omicidio del professore Matteo Bottari? Silenzio! Meglio parlare di altri futili argomenti come per esempio il pericolo del cittadino servo di quellicheceranoprima – copyright non nostro, di sicuro –…tema infatti evocato ogni volta che la Giunta Accorinti esce di pista: della serie… è opinione ormai diffusa e consolidata che questa piazza di cittadini che non amano Accorinti sia un pericolo per la democrazia, così come la conosciamo e così come l’hanno voluta i padri del Sistema. Ma il bello viene dopo: grazie a questa minoranza di quellicheceranoprima, il problema della sicurezza dei cittadini è scomparso dalla lista delle priorità. Oggi scopriamo che Messina ha tanti paladini e persino un gruppo di coraggiosi. Naturalmente qualche editoriale prima degli amici del SISTEMA aveva informato del grande successo raccolto dalla novella associazione che “ha avuto il coraggio di aprire i suoi salotti e i suoi microfoni ai cittadini e ai tanti affanni di cui è fatto il loro vivere quotidiano. È bene chiarirlo subito. L’obiettivo è – e sarà sempre di più – solo quello di dare voce e identità a una Messina che, talvolta, oppresso com’è dai suoi problemi, non trova interlocutori e, per questo, si sente smarrita, confusa… Ma non sarà una pattuglia di rivoluzionari coraggiosi contro le Istitutuzioni. E del resto le storie personali di questi paladini parlano per loro. La mission del resto era stata evocata, invocata e propagandata già al primo editoriale, “Le ragioni del cittadino”, in cui il nuovo che avanza aggressivamente rivendica il diritto di parola e di opinione di chi non fa “il politico di professione” (il che dovrebbe essere un’ovvietà). In più, la politica si ricorda del cittadino solo al momento del voto (buona dose di populismo doc) e che l’obiettivo dei coraggiosi è diventare “una sorta di grande antenna parabolica” che capti il pensiero della gente “immersa nel suo tran tran quotidiano”. Oggi Messina è un capitale, una rivoluzione, una chiesa in cammino. O meglio, una voce di persone che chiamare cittadini sembra un po’ azzardato se c’è chi scrive che l’esigenza è quella di dare voce a chi, in una democrazia, davvero comanda, cioè i cittadini che hanno il sacrosanto diritto di non sentirsi più sudditi ma piuttosto azionisti di un sistema-città che ha una gran voglia di cambiare. Definizione a pensarci bene poco democratica: e chi le azioni non le detiene? E chi non mastica economia? Attenzione ché i soldi contano eccome, specialmente se qualcuno (a caso) mette le mani nelle tasche dei messinesi. E dunque non bisogna dimenticare che il Comune è parassitario e salassatore e che lo sciopero è segnare, almeno retoricamente, un punto per la squadra del buon senso. Quella che crede che le tasse per essere pagate debbono anzitutto essere pagabili. E la legalità? Ne riparleremo… continuo ad avere un’enorme fiducia nella gente, perché la piazza è meno vuota. C’è qualcosa che in questo momento proprio non sopporto? Il voler far finta di essere onesti.