Wanda Ferro: “Ma il mio impegno è nato da lì”

LA SOTTOSEGRETARIA – Dal flirt con Luigi Sparacio, 30 anni fa, alla nomina a sottosegretaria: “È stata una lezione di vita”.

DI MARCO LILLO

La storia di Wanda Ferro potrebbe essere un film. Esattamente 30 anni fa ha visto per l’ultima volta Luigi Sparacio, un boss del quale non aveva capito nulla. Ora è sottosegretario al ministero dell’Interno. Ha accettato di rispondere alle nostre domande con una trasparenza non comune della quale le va dato atto.

Sottosegretario Ferro, cosa insegna la sua storia?

Insegna che un incidente di percorso a venti anni non può macchiare una carriera impeccabile e una nomina. Ero solo una ragazza, eppure a ogni nomina mi fate le stesse domande.

Siamo costretti a tornare lì anche perché le Procure stanno lavorando sulle dichiarazioni di Sparacio sulle stragi. Tra l’altro accusò Stefano Delle Chiaie (prosciolto per le accuse di Sparacio) e disse che lei conosceva lui e un suo socio in affari, Rosario Leone. Ma è vero?

No. Stefano Delle Chiaie non l’ho mai visto né sentito in vita mia prima di un evento pubblico a Catanzaro nel 2012. Un’associazione mi chiese una sala della Provincia e io da presidente la concessi. C’erano anche Luca Telese e un esponente della sinistra. Conosco la figlia di Leone, che era mia compagna di classe e il fratello Pasquale che era studente a Messina, ma in un’altra facoltà. Il padre lo avrò visto tre volte.

Sparacio disse ai pm che era stato ospite a casa di Pasquale Leone (mai indagato come il padre) a Roma. Pasquale e Sparacio si sono conosciuti grazie a lei?

Non posso escludere che al mio compleanno quando ho conosciuto Sparacio ci fosse anche Pasquale. Non lo so. Per quanto io ricordi, comunque, Leone era un bravo ragazzo.

Di lei si parlava come presidente della Commissione antimafia

Ho lavorato benissimo con il presidente Morra e con la M5S Piera Aiello. Sanno come ho lavorato, senza clamore. Spero che la commissione porti a termine il nostro lavoro e avrà sempre il mio supporto. Questa è la battaglia della mia vita.

C’è una relazione tra quello che le è capitato a 20 anni e il suo impegno antimafia?

Certo. Quella lezione di vita mi ha temprato e mi ha dato più forza e orgoglio. Anche da amministratore guardo sempre nello specchietto retrovisore. Ho sempre amministrato pensando che dovevo capire chi avevo davvero di fronte.

Cosa consiglierebbe a una ragazza di 20 anni dopo la sua esperienza?

Le direi di usare sempre la testa insieme al cuore.