
Fino a qualche anno fa i quidam de populo (persone senza titoli) come sono io, sapevano che Ventotene era una bella isola del basso Tirreno, nel mare azzurro tra il Lazio e la Campania, in provincia di Latina; nient’altro che questo. Alcuni, magari avendo letto qualche pagina di storia, avevano sentito dire che a Ventotene, come a Ponza, Lipari, Lampedusa…, il regime fascista vi confinava qualche dissidente.
Quasi nessuno, però, di coloro che in quegli anni c’erano (mio padre era carabiniere e vedeva e raccontava tante cose) si accorse del Manifesto che, infatti, non comparve mai nei libri di testo almeno fino a quando io frequentavo il Liceo, 1960. In questi ultimi giorni, quasi d’improvviso, esso, però, è stato riesumato e imposto agli Italiani come il testo sacro e addirittura fondativo dell’Europa Unita quasi fosse la Bibbia. Ciò credo sia accaduto perché di fronte alla irrilevanza dell’Europa attuale stretta tra Russia e America, politici della Sinistra, non potendo fare altro, hanno pescato un documento vecchio – nientemeno! – di quasi un secolo, redatto in quell’isola da tre illustri Carneadi. Noi, però, sapevamo che i Padri dell’Unione Europea
erano stati altri, tali De Gasperi, Adenauer e Schuman. Nella baraonda di questi giorni (dichiarazioni di Giorgia Meloni, raduni e proteste di piazza con gruppi diversi e contrapposti, giornalisti sparaparole, parlamentari in lacrime come bambini non cresciuti, dibattiti feroci nelle televisioni, professorini che invitano l’ANPI nelle classi perché accorra a leggere il Manifesto per catechizzare e salvare i poveri Alunni dalla ignoranza…), s’è cacciato anche il vecchio Prodi. Egli ha risposto con stizza
alla giovine che lo intervistava e pare che le abbia toccato i capelli o messo la mano sulla spalla come per dirle “zitta tu, che sei nata ieri!” Da Destra, ovviamente, hanno colto l’occasione e sono corsi a condannarlo e da Sinistra, con imbarazzo, a difenderlo. In passato il gesto forse poteva essere interpretato come quello di un nonno bonario rivolto ad una nipote e tale io lo immagino, ma oggi ha scatenato un putiferio e una polemica quasi a tiro di coltello!
Ora, tale gesto del Presidente Prodi è e resta sicuramente maldestro, tuttavia altro è – a mio debol parere – il suo “errore” di fondo: l’essersi “suicidato” (il termine fu usato da Gramsci, 1919, a proposito del Partito Popolare Italiano di don Sturzo), lui cattolico, nel Partito dei post-comunisti che, trasformatosi in “Partito radicale di massa” (definizione del filosofo Augusto Del Noce), persegue oggi e con accanimento soprattutto la “Rivoluzione antropologica” o capovolgimento della natura dell’uomo, ignorando il Diritto Naturale e la Dottrina della Chiesa.
Il Partito Democratico, di cui Romano Prodi è componente di spicco, prima o poi sarà favorevole, infatti, all’aborto anche cosiddetto “post-natale”, già in vigore in alcune nazioni “civili” dell’Europa del Nord, all’eutanasia di vecchi e bambini non voluti e “scartati” (di “cultura dello scarto” parla Papa Francesco); ha votato, insieme a tutte le Sinistre, a favore dell’inserimento del “diritto di aborto” nella “Carta dei diritti comunitari” dell’Europa (11-IV-2024), in ciò accodandosi alla Francia del neogiacobino Macron; è favorevole all’ “utero in affitto” tanto è vero che quando, mesi fa, il nostro Parlamento lo ha dichiarato “reato universale” (16-X-2024) la segretaria signora Schlein ha protestato con violenza contro il Governo Italiano e ha parlato di “atroce propaganda” e di “obbrobrio” contro “i bambini e le bambine” (“La Verità”,18-X-2024): come è noto “l’utero in affitto” è la compravendita della carne di una donna povera che, per bisogno, si vende e da’ alla luce un bambino che le sarà strappato e non conoscerà mai la sua vera madre e il padre;
il Partito Democratico ha contribuito con la sua autorevolezza in questi decenni alla aggressione e, un po’ alla volta, alla demolizione della famiglia naturale – uomo padre, donna madre che possono generare figli – favorendo “famiglie altre” e attribuendo a queste “diritti” che sono esclusivo privilegio della famiglia naturale: le conseguenze disastrose nella società sono evidenti; è favorevole al “gender” che già si insinua negli asili e nelle scuole sotto parole equivoche come “educazione all’affettività”, più spesso all’insaputa di genitori e nonni che si fidano della scuola dello Stato; ha tentato di far passare una “legge” (prima con gli on.li Cirinnà e Scalfarotto, poi Zan, tutti del PD) contro l’omofobia che, se non fosse stata bocciata al Senato (27-X-2021), ci avrebbe impedito di dire pubblicamente, fra le altre cose, che l’unica e vera famiglia è quella naturale mentre le “altre” non possono dirsi “famiglia”; favorevole è al “genitore uno” e “genitore due” e qualcuno di quel Partito ha perfino protestato contro il Ministro dell’Istruzione Valditara che, giorni fa, ha abolito il ridicolo “asterisco” sui nomi…
E qui mi fermo. On. Prodi, lei cattolico, anche se “adulto” come si dichiarò a proposito del referendum sulla “legge 40” (12-VI-2005) quando la grande maggioranza degli Italiani, dietro consiglio del cardinale Ruini, si astenne e lei e la signora Rosy Bindi, invece, siete corsi a votare, come fa a stare nel Partito dei “post- comunisti”? Qual è il suo ruolo in un simile Partito? Queste erano le domande che la ragazza le avrebbe dovuto rivolgere e a queste lei avrebbe dovuto rispondere; il quesito sul Manifesto di Ventotene a cui la Sinistra attribuisce tanta e soverchia importanza, e la “toccata” dei capelli alla intervistatrice sono niente in confronto.
CARMELO BONVEGNA