LA LETTERA DI FINE D’ANNO: ATTENTO CARO RENZI, UNITI NON È MISCHIARSI

Caro Presidente, io continuerò a votarti, come ho sempre fatto da quando ho capito la qualità della tua politica e la forza che ti trascina a continuare a combattere. Sei stato tradito dal tuo ex partito, sei stato sconfitto, non ti sei mai arreso. E continui a lottare.
Ci sono cose che non ti perdono. E non mi riferisco certo a quando avevi dichiarato che ti saresti ritirato se non fosse passato il tuo referendum. Non si giudica un politico di razza per una bischerata detta per rabbia, detta perché sapevi che i D’Alena e i Bersani non potendo batterti politicamente avevano deciso di azzopparti. No, non è per un calcio di rigore – come cantava De Gregori – che si giudica un calciatore. Non perdono a te e a Carlo Calenda di non aver saputo gestire il vostro ego e di aver buttato via i voti di un partito che avrebbe potuto cambiare la bilancia del potere. Un errore grave. E – perdonami – uno schiaffo in faccia a tutti quelli, me compreso, che ci avevano creduto. Ciononostante continuo a credere in te e a tifare per Carlo Calenda.


Certo, uniti si vince. Ma uniti a chi? A chi vi disprezza? A chi non avete mai creduto? A chi – a differenza vostra – non ha un’idea e un progetto politico da portare avanti? Uniti, in questo caso, significa per me mischiarsi. Ed è qualcosa in cui non posso credere.
C’è un Centro di gravità permanente, sempre per citare i cantautori. È quella la meta, la direzione da prendere, lo spazio da conquistare e difendere. Ce lo insegnò Craxi, si può pesare e cambiare le cose anche con un dieci per cento. È quello il riferimento.
Battere la destra è uno slogan. Nulla più se dietro alle parole non c’è nulla. Sai meglio di me, caro Presidente, che quelli con i quali vorresti unirti hanno solo slogan. Non sono capaci di fare opposizione (e parlo di un’opposizione seria, preparata, concreta), figurati se potrebbero essere capaci di governare.
La storia politica, anche quella attuale, ci dimostra ogni giorno che dal pentolone del minestrone non esce nulla di buono. La destra di governo ne è la dimostrazione, tutti insieme ma tutti contro tutti, in un tira e molla quotidiano: questa Finanziaria lo dimostra sacrificando il Paese e i cittadini.
No, caro Matteo Renzi, occorre un colpo di timone, come diceva il grande Govi, per riportare nella rotta giusta l’idea di un Centro che potrebbe conquistare la maggioranza degli italiani, quelli che schifati non vanno più a votare. Quella è la strada.
Non mischiarsi per vincere nelle urne – cosa tutta da dimostrare -, ma unirsi solo a chi ti è simile, ha chi ha il tuo stesso Dna, a chi non è né di sinistra né di destra, a chi ha rispetto della politica e a chi è preparato per cambiare questo dannato e meraviglioso Paese.
Caro Presidente, ti auguro un felice 2026, ma soprattutto di auguro di ripensarci. Da uno (dei tanti) che crede ancora in te.

Nicola Forcignanò