Inflazione in crescita. ‘Naturale’ e drammatica nel Paese senza governo e in balia delle promesse elettorali

Stime preliminari Istat: inflazione di luglio +7,9% rispetto a un anno fa e +04% rispetto a giugno. Le “fiammate” sono più contenute perché si sentono gli interventi di contenimento dello Stato sugli energetici, principali responsabili dei rincari dei mesi scorsi, ma continua e si accentua la ricaduta degli energetici su alimenti e – tipico della stagione – trasporti (1).

Ricaduta a cui dovremmo farci l’abitudine per i mesi prossimi, quando produttori e fornitori avranno meglio focalizzato la loro situazione negativa e incrementeranno ancor di più per il proprio recupero.

Gli aumenti sono pagati solo dai consumatori, perché produttori e filiere intermedie di distribuzione e commercio, stanno via aumentando i prezzi per non trovarsi “spiazzati”. Una sorta di “cane che si morde la coda”, visto che anche i decisori privati e pubblici sono a loro volta consumatori. Con maggiore negatività per le piccole aziende rispetto alle grandi, visto che in queste ultime, con numeri e percentuali molto più ampie, i “padroni” ne risentono meno come consumatori.

Nel mondo economico sta succedendo quello che è successo nel mondo politico istituzionale: è crollata la fiducia e la collaborazione fra le parti e ognuno gioca per sé.

Nel mondo politico lo si ascolta e vede nella marea di castronerie e falsità che stanno cominciando ad inondare la campagna elettorale: promesse senza basi economiche, giuridiche e politiche, come se vivessimo in un Paese, un continente e un Pianeta dove non esiste quanto accaduto negli ultimi tre anni e che sta toccando il picco negativo proprio in queste settimane. Una sorta di “libera tutti” che si è finalmente svincolato dal governo di unità nazionale basato su rigore e chiarezza… e tutti sono potuti tornare a “cazzeggiare”, senza rendersi conto che è proprio questo “cazzeggio” che assottiglia sempre di più attenzione e partecipazione dei cittadini alla vita istituzionale (elezioni in primis). I cittadini/elettori sono molto, ma proprio MOLTO più intelligenti, sensibili e attenti di chi li rappresenta nelle istituzioni… ormai espressione di una minoranza composta da alcuni idealisti e tanti clienti di corporazioni e congreghe.

Nel mondo economico, di conseguenza, venuti meno spirito e stimoli comunitari e civici (quelli che fino ad oggi ci hanno consentito di non essere al peggio del peggio) si sentono più legittimati a pensare ognuno per sé, calpestando imperterriti i più elementari diritti e bisogni anche dei più deboli.

E’ probabile che questi numeri inflazionisti non sarebbero stati molto diversi se non ci trovassimo il giorno dopo la caduta del “governo del fare”, ma una discorso e affrontarli con una visione di collaborazione e studio del fattibile, altro è andare a ruota libera nel mondo delle promesse di una campagna elettorale.

 

 

1 – https://www.aduc.it/notizia/inflazione+aumenta+stima+istat+luglio_138992.php

 

Vincenzo Donvito Maxia