D’Alia, elezioni europee, analisi e voto

Gianpiero D’Alia sul suo profilo Fb spiega il voto delle Europee. Analisi interessante – Dopo ogni campagna elettorale assistiamo al “rito del commento”. Come sempre tutti hanno vinto e chi ha obiettivamente perso dà la colpa agli elettori che non hanno capito. Nulla di nuovo sotto il sole. In verità, le elezioni europee sono sempre state diverse dalle elezioni politiche e da quelle amministrative. Vota circa il 25% in meno degli elettori ed è difficile attribuire un significato politico “stabile” al risultato elettorale. Tanto per fare un esempio, 5 anni fa Renzi prese il 40% alle europee e poi, alle politiche, il 18%.

Tuttavia, in democrazia si contano i voti e vince solo chi ne prende di più. Pertanto, l’unico vero vincitore di questa campagna elettorale è Salvini che di voti ne ha presi tanti di più sia rispetto alle precedenti europee che alle ultime politiche. È un po’ anche Giorgia Meloni. Il resto si lecchi le ferite più o meno profonde. Se proprio vogliamo fare un’analisi della situazione politica italiana, possiamo dire che queste elezioni hanno certificato definitivamente la fine del bipolarismo italiano della seconda repubblica. Il centrodestra si è totalmente trasformato nella destra nazionalista di Salvini, unico e solo capo politico erede del vecchio schieramento. A sinistra convivono due partiti diversi e contrapposti: Pd e 5 stelle. Fino a quando durerà questa situazione Salvini avrà gioco facile. Zingaretti ha fatto un buon lavoro, cercando di tenere insieme i cocci di un partito in profonda difficoltà, non tanto per il risultato negativo delle politiche dell’anno scorso quanto per le sue insuperabili contraddizioni interne. Queste ultime si vedono poco quando sei all’opposizione ma esplodono quando devi governare. Pensare che il problema del PD sia stato Renzi è facile e epidermicamente percepibile ma non mi sembra vero. Non so quanto avrebbe preso il PD alle politiche e, quindi, alle europee se segretario del PD fosse rimasto Bersani. E tutti abbiamo consapevolezza piena che il PD, per quanti sforzi apprezzabili possa fare, così com’è non potrà fare molto di più. Chi se la passa peggio è il centro politico italiano. Irrilevante, diviso e avvitato in dispute tra notabili di piccolo calibro. Il risultato di Forza Italia è emblematico. Come sempre, ha vinto Berlusconi ma non il suo movimento politico, che è stato percepito dagli elettori moderati per ciò che è: una costola della Lega. Poi il nulla.

Eppure c’è in questo paese una maggioranza silenziosa che non si riconosce negli attuali protagonisti della politica italiana. Maggioranza silenziosa perché non ha una rappresentanza politica credibile e organizzata, silenziosa perché non grida e non insulta, non delegittima l’avversario, lo contrasta ma lo rispetta, perché vuole la verità e non la propaganda. Fino a quando non nascerà nel paese una forza che possa rappresentarli, Salvini governerà indisturbato.

Tutto ciò è preoccupante certo, ma a me preoccupa di più un paese che è tornato sull’orlo del baratro economico (e sociale) e che, inconsapevole della situazione, discute di politica come se fosse una partita di calcio. Peccato che rischiamo di non giocare più il campionato.

P.s.: Consiglio non richiesto al Sindaco della nostra Città. Finita la campagna elettorale, che ho capito lo diverte molto, torni a lavorare al Comune pancia a terra. La politica può aspettare non muore nessuno.