Cucinelli: fare impresa da custodi e non da padroni

Gli eventi catastrofici (crollo del ponte Morandi, piena nel Parco del Pollino, etc…) accaduti in Italia nell’ultimo periodo stanno avendo come conseguenza quella di ridurre ulteriormente la speranza e la fiducia degli Italiani nel futuro è nelle proprie potenzialità di costruzione del bene comune.

In un contesto sociale del genere, dove chi ha responsabilità fa di tutto per sfuggirle per non pagare pegno, viene spontaneo chiedersi: ma a chi tocca ricostruire? Una risposta a tale domanda ha provato a darla Brunello Cucinelli, fondatore dell’omonima casa di moda, che al Meeting di Rimini è stato chiamato a intervenire sul tema: “Il gusto di creare sviluppo“.

L’imprenditore umbro oltre a raccontare la propria esperienza imprenditoriale di successo ha soprattutto parlato ai giovani. A loro si è rivolto condannando due errori commessi dalla sua generazione:<<Vi abbiamo trasmesso l’obbligo di avere paura di qualcosa e abbiamo considerato il lavoro quasi una giusta punizione per chi non vuole proseguire gli studi. Stateci a sentire solo quando vi parliamo di ideali e di sogni; per il resto mandateci a quel paese e fate di testa vostra. Noi adulti dovremmo essere esigenti maestri e amabili padri>>.

Dopo la condanna, Cucinelli ha dato ampio spazio alla speranza esortando tutti gli spettatori presenti all’incontro, a <<costruire un nuovo umanesimo, che compia i desideri di bella politica, spiritualità o religione, e famiglia>>.

L’intero intervento di Cucinelli, intessuto di continue citazioni di Epicuro, Gengis Khan, Archimede e anche San Francesco, è un profondo invito a non lasciarsi andare al nichilismo e a puntare sull’agire:<<Siamo primi al mondo nella produzione di manufatti di alto livello. Dobbiamo riprendere coscienza di essere un popolo speciale che vive un momento di rinascita e che il nostro è un secolo d’oro>>.

Purtroppo proveniamo da un trentennio di crisi di civiltà in cui i grandi valori che hanno animato l’uomo nel suo agire quotidiano sono andati perduti finendo per perseguire la folle idea di poter governare l’umanità solo con la scienza generando fameliche chimere che hanno inghiottito la possente storia di bene comune che ha sempre contraddistinto l’Italia.

Urge dunque una ripartenza è vero, ma su quali basi? Brunello Cucinelli non ha dubbi: <<Bisogna tornare a valorizzare il lavoro, a ricercare il sano profitto e a ritrovare l’amore per vivere semplicemente con la consapevolezza che non siamo i padroni del creato, ma solo i suoi custodi>>.

Nicola Currò