CANCELLATI DAL DIBATTITO ELETTORALE I “PRINCIPI NON NEGOZIABILI”

Marco Respinti direttore per l’Italia di International Family News (IFN) per settimane ha tentato di fare una intervista ai due candidati a sindaco del centrodestra Michetti e Bernardo per discutere sui temi del rispetto della vita e della famiglia.

Le interviste sperate, chieste, invocate non sono venute. Poteva optare per i candidati di centrosinistra neanche a pensarlo. Respinti intendeva far conoscere ai lettori di «iFamNews» cosa pensano i due su questi principi fondamentali, non tanto personalmente, ma dal punto di vista politico.

Qualcuno potrebbe dire che i principi non negoziabili non sono prerogativa dei sindaci e dei consigli comunali. “Non è per nulla vero. Il caso della fiera milanese delle vanità fra uteri e affitti lo mostra bene. Lo mostrerebbero bene anche i patrocini ai Gay Pride (nel febbraio 2020 un evento patrocinato da Roma Capitale, poi annullato a causa del CoViD-19, avrebbe previsto l’incontro di due drag queen con studenti giovanissimi per parlare di “inclusione” e ai lettori elettori di «iFamNews» interesserebbe molto sapere come una eventuale Giunta Michetti agirebbe)”. (Marco Respinti, A Michetti e Bernardo “Ifamnews” non interessa, 30.9.21, ifamnews.com/it)

Respinti continua con le richieste. In particolare, chiede a Michetti se fosse disposto, una volta eventualmente eletto sindaco, a rilanciare la mozione che Fratelli d’Italia (partito che lo sostiene) ha presentato mesi fa per proclamare Roma “città per la vita”, prevedendo sostegni anche economici alle donne che, affrontando gravidanze difficili, fossero “tentate” dall’aborto.

“A entrambi avremmo poi domandato quali sono le politiche che immaginano per sostenere le famiglie, avremmo domandato un giudizio sulla presenza dell’ideologia gender nelle scuole – visto che, tecnicamente, un sindaco ha gli strumenti per garantire che nelle scuole del territorio che amministra sia garantita la priorità educativa dei genitori –,  avremmo domandato quale orientamento hanno sulla trascrizione dei certificati dei bambini nati all’estero da “famiglie arcobaleno” (visto, tra l’altro, che a Roma, un altro candidato, Carlo Calenda, ha promesso la trascrizione qualora venisse eletto sindaco)”. Non è stato possibile fare tutte queste domande perché probabilmente i candidati di centrodestra hanno preferito glissare su questi temi profondamente divisivi.

Sembra che i cosiddetti “principi non negoziabili”, che stavano tanto a cuore al cardinale Camillo Ruini e a Papa Ratzinger, non fanno parte dell’agenda politica dei candidati alle elezioni comunali e forse neanche a quelli nazionali. È probabile che interessano poco anche a certo mondo cattolico, clero compreso.

Allora mi sembra doveroso domandarsi, “E’ giusto continuare a parlare pubblicamente di sacralità della vita e unicità della famiglia naturale?”, se le chiesto Marco Invernizzi, reggente nazionale di Alleanza Cattolica. (Perché non dobbiamo rassegnarci, 8.10.21, alleanzacattolica.org)

Invernizzi per rispondere alla domanda ha utilizzato alcuni contenuti dell’ultimo libro di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI sull’Europa con introduzione di Papa Francesco (Cantagalli 2021) per ritornare su un tema divisivo anche all’interno del mondo cattolico. Il Papa emerito scriveva nel 1987 che «non bisogna rassegnarsi» a tacere in tema di aborto, anche se questo comporta scontri e incomprensioni e ci sono tematiche dove si troverebbe maggiore consenso (per esempio oggi il tema dell’ambiente).

Premesso che la dottrina sociale della Chiesa tratta tutti i temi antropologicamente rilevanti; quindi, sia vita e famiglia ma anche ambiente, Ratzinger ricorda come «il rispetto di ogni vita umana è condizione essenziale perché sia possibile una vita sociale degna di questo nome» e «quando nella sua coscienza l’uomo perde il rispetto per la vita come cosa sacra, inevitabilmente egli finisce per smarrire anche la sua stessa identità­»­. Ratzinger scriveva queste parole nel 1987, ma oggi trattare il tema dell’aborto comporta ancora come allora polemiche e reazioni astiose.

Anche Invernizzi è consapevole che trattare il tema dell’aborto, oggi è difficile. È chiaro che ogni possibile ribaltamento, o anche attenuazione, della legislazione abortista (come avvenuto in Texas per esempio) deve essere preceduto da un lungo e paziente lavoro di persuasione culturale del corpo sociale, quasi un “porta a porta” faticoso ma necessario, pena andare incontro a inevitabili sconfitte (come avvenuto a San Marino, anche se si tratta di un piccolo campione).

Quindi, da una parte non bisogna mai smettere di parlarne, ma contemporaneamente bisogna parlarne bene, con intelligenza e delicatezza.

Non bisogna rassegnarsi a tacere, scriveva Ratzinger, perché «ogni legalizzazione dell’aborto implica (…) l’idea che è la forza che fonda il diritto­». Questo credo valga anche per altri temi sensibili, come l’unicità del matrimonio fondato sulla comunione di un uomo e una donna, o come il diritto all’obiezione di coscienza di fronte a leggi ingiuste, un diritto che oggi sembra essere entrato nel mirino delle forze progressiste.

Bisogna tenere conto quanto è successo in questi anni, da quando è entrata in vigore la legge 194, del costante lavaggio di cervello da parte di un pensiero che è quasi diventato unico. E proprio per questo bisogna trovare il modo di “parlarne bene”.

“E allora che fare? Si chiede Invernizzi, Non si può tacere, ma spesso se ne parla in modo sbagliato. Tacere è la peggiore soluzione: è inaudito che nelle associazioni e nei movimenti cattolici, per fare un esempio, o nelle parrocchie, i temi sensibili non vengano affrontati perché divisivi”.

Il card. Angelo Scola, sosteneva che questo silenzio comporterà nuove e maggiori divisioni. Semplicemente non possiamo permetterci di tacere, perché si tratta di principi fondamentali e irrinunciabili.

E sicuramente non sta tacendo il Santo Padre Papa Francesco su questo tema.

Con un po’ di ironia Respinti su ifamnews.com, del 15 ottobre scorso, ha scritto: “di questo papa non se ne può più”: “ripete che l’aborto è O-M-I-C-I-D-I-O usque ad nauseam, il mondo lo ignora e i bimbi continuano a essere ammazzati”.

Il direttore di IFN Italia ha sintetizzato il Magistero infallibile di Papa Francesco sull’aborto. L’ultimo intervento del papa in tema di aborto è stato il 14 ottobre scorso durante il discorso ai partecipanti al Congresso promosso dalla Società italiana di farmacia ospedaliera: «Sapete che su questo sono molto chiaro: si tratta di un omicidio e non è lecito diventarne complici». Una affermazione chiara e precisa.
Pertanto, nessun cattolico può eccepire, ma anche chi non è cattolico. Se una persona abortisce, quella persona è un omicida. Se una persona aiuta a praticare un aborto, quella persona è complice di un omicidio. Se i cattolici abortiscono o contribuiscono a un aborto, sono cattolici omicidi. Poi i vescovi degli Stati Uniti d’America decideranno sull’Eucarestia a cattolici omicidi e a chi definisca l’aborto-omicidio un diritto umano.

Confesso. Ho sempre esitato a utilizzare questa espressione. Non perché la metta in dubbio, ma perché mi è a volte parsa passibile di censura, persino poco caritatevole.

“Non lo è, mi insegna il Papa, il Papa che della misericordia e della parresia ha fatto una divisa magisteriale ineliminabile. Non è mancare di carità dire la verità, anche con toni forti, netti. Non manca di carità il Pontefice più misericordioso del mondo se chiama le cose con il nome che hanno e per ciò che sono. L’atto è sempre distinto da chi lo compie e si può essere misericordiosamente giusti anche con un omicida proprio solo perché si chiama l’omicidio con il nome che ha: se non lo si fa, la misericordia non è tale. Uno a posto in tutto e per tutto che bisogno ha, infatti, della misericordia?”

Per la cronaca poi bisogna fare presente che le parole del papa sono totalmente oscurate dai Media nostrani che mettono il bavaglio anche a Papa Francesco. Lo rilevava il professore Massimo Gandolfini, su La Verità del 17 ottobre scorso. Bergoglio ha strigliato le coscienze dei credenti: non bisogna mai diventare complici di un assassinio. Papa Francesco fa riferimento all’Evangelium vitae di san Giovanni Paolo II, che era vicino alle donne in difficoltà: “non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza…”. Eppure, precisa Gandolfini, “il mainstream imperante continua a diffondere la menzogna che chi è contrario all’aborto è per ciò stesso nemico della donna, nemico della sua libertà, pericoloso seminatore d’odio che mina il ‘diritto d’aborto’”. Invece la cultura della vita si propone di sostenere la madre e il bimbo. In un Paese soffocato dalla denatalità, non si comprende perché la politica non destini risorse per salvare vite umane. Nel recente Pnrr sono stanziati centinaia milioni di euro per tutto, tranne che per aiutare le mamme.

DOMENICO BONVEGNA

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