Non è la somma che fa il ladro

di Roberto Gugliotta

Non è la somma che fa il ladro, ma il concetto di fregare il prossimo. Non voglio condannare nessuno perché non è il gettone che cambia la nostra precarietà quotidiana ma la scarsezza delle idee che questi professionisti della politica dimostrano. Il loro problema è non andare al lavoro piuttosto che fare qualcosa d’intelligente e costruttivo per tutelare il cittadino dalla cattiva amministrazione della cosa pubblica. Ma qualcuno (noi!!!) li vota e dunque oggi fare populismo è peggio dell’averli votati. Leggo commenti da SS e mi sembra tutto un teatrino anche tirare pietre dopo averli osannati in queste settimane per aver chiesto le dimissioni di Accorinti o lanciato campagne pro water front. Anche quella volta della proposta di dimissioni da far firmare ai consiglieri comunali sono stato tra i pochi a ridere della farsa – ribaltone. Il messinese è deriso da politici e falsi moralisti perchè sono le due facce della stessa medaglia. E alla fine ci si ritrova, come volgarmente si dice, spompati, cioè vuoti di concetti e progetti: si è cavato tutto fuori dal deposito della prima e seconda Repubblica, e poco ne rimane per chiudere in decenza un percorso, una carriera. Che una città come questa dovesse finire sull’inerzia era quasi scontato. Senza meritocrazia è normale che finisca tutto in fuffa! Oggi diciamo che vergogna rubare il gettone nelle commissioni: pensate che non pagare sul tram sia meno grave o rubare una rivista all’edicolante? No, noi siamo quello che ci permettono gli altri di fare. Senza regole, nè morale non si va da nessuna parte. Se qualcuno pensa che da oggi al Comune niente sarà più come prima credo di sapere già come andrà a finire. Mentre non so come andrà a incominciare la nuova azione di rilancio dell’economia. Abbiamo una Camera di Commercio senza vigore, una classe imprenditoriale senza risorse, una società civile che non dà un segno di maturità e di coscienza civile. Dell’università preferisco non parlare: c’è il caso del professore Matteo Bottari che fa notizia anche senza la mia dose di critica. Mi rimane la fede: dopo le dimissioni di monsignor La Piana posso continuare a credere che, molto spesso, la Chiesa è una cosa seria al contrario della politica. E’ anni che dico che non abbiamo bisogno di un sindaco ma di una buona e sana classe politica. O piuttosto: la brava gente esiste, e come; però datemi retta, occupiamoci d’altro. il giunco si piega e la piena passa. Lasciamo perdere, se racconto tutto quello che gira intorno al Palazzo mi arrestano!!!!