Il male quotidiano: Nelle periferie dell’umanità… Con lo spirito delle beatitudini

 

di Roberto Gugliotta

La politica sociale in questa città latita. Lo si ripete da tante parti, da tanto tempo, e nei giorni scorsi se ne è avuta una ennesima riprova: l’Arcivescovo Calogero La Piana ha presentato alla stampa la Settimana Teologica 2014, che si terrà nei giorni 10-11-12 marzo. Il tema di quest’anno “Nelle periferie dell’umanità…. Con lo spirito delle beatitudini” è complementare al cammino della Chiesa italiana e al monito del Santo Padre ad attenzionare le periferie dell’umanità: “Voglio una Chiesa che metta al centro gli ultimi – afferma Papa Francesco – le persone bisognose…. Preferisco una Chiesa incidentata, che una Chiesa malata”. Affermazione forte che dovrebbe farci riflettere alla luce di quel che (Non) accade a Palazzo Zanca. E si che si era creata qualche speranza. Soprattutto per via dell’arrivo di Renato Accorinti, non è ironia…. perchè nelle numerose interviste concesse durante la campagna elettorale Accorinti aveva annunciato che lui – rivoluzionario doc – avrebbe fatto molto uso dell’arma della comunicazione. Anche questa dell’informazione è una storia vecchia: ai tempi del Caso Messina (1998) molti amici di Accorinti la invocavano ricordate? Ma si vede che i tempi cambiano come le stagioni … Al contrario il professore rivoluzionario di oggi distingue con molta finezza l’informazione. Ed è entusiasta di quelli che lo definiscono Mitico. Ma è proprio quello che fanno ormai un po’ tutti per campare e chiedere. E la Chiesa messinese che critica muove al rivoluzionario Accorinti? Se non la muove significa che il sindaco mette al centro gli ultimi? O che è politicamente corretto non disturbare il Sistema? La buona fede c’è – perchè metterla in dubbio?, ma non si vede cambiamento né miracoli. Per colpa della Giunta comunale medesima. E della regia. Oppure: manca la sostanza. A questo punto non c’è che da avanzare un sospetto: e se fosse tutto uno scherzo? Non c’è rivoluzione né cambiamento ma solo un piccolo ricambio generazionale dettato dall’età o dai compromessi. E’ inutile ricercare una rivoluzione sociale e culturale in un luogo senza regole né pudore. Gli ultimi usati come merce di scambio non è una novità: con le sue donne, i paladini, i profeti e gli amori. Spesso noi messinesi guardiamo più vigliaccamente alla fuffa che al netto delle cose. E’ il grande equivoco di sempre. Che non si chiarirà oggi. E forse nemmeno domani. Adesso che ci penso non molto tempo fa IMG Press scrisse: I poveri si calpestano in tanti modi. Il primo è quello della subdola strumentalizzazione del loro stato di indigenza per fare sopravvivere i vari organismi di intervento sociale e umanitario. Penso che da parecchi anni la nostra città è in balia di spartizioni miracolose decise in alto per mantenere il controllo generalizzato delle cose e degli uomini. Così i potenti pervadono e invadono ogni realtà”. Oggi più di ieri mi sorge un dubbio: non so se certi personaggi della vita pubblica abbiano imparato dalla criminalità o se quest’ultima sia stata a scuola di certa classe politica… Entrambi impegnati ad affinare lo stile con cui si controlla il territorio e quindi le persone. Come può un uomo stare in piedi quando porta il peso dell’esclusione? E qui mi fermo.