RADIO ZANCA: NON BANALIZZIAMO LA CARICA DI SINDACO

E’ colpa della crisi o della mancanza di pudore? Certamente il problema candidato esiste, eccome nella ridente Messina. Una volta c’era la corsa al posto in Consiglio comunale, una specie di concorsone allargato dove una marea di persone si misuravano porta a porta per conquistare un piccolo spazio sotto l’ala protettiva della politica. Oggi l’asticella delle aspettative politiche è stata alzata: più che al Consiglio si aspira alla carica di sindaco. Bravura o follia? Non è che il siero della vanità ha provocato la perdita della ragione a più di un potenziale candidato? Un sogno non si nega a nessuno, ma una cosa è organizzare feste, giocare a carte, cazzeggiare su via del Corso, un’altra è amministrare una comunità. Candidarsi a sindaco non è come acquistare un gratta e vinci e sperare di sbarcare il lunario. Candidarsi a guidare la città vuol dire avere una preparazione amministrativa così alta da far ripartire la macchina COMUNE. Ci saremmo attesi da parte di coloro che sono più esperti di noi nel gestire la politica una certa selezione nel promettere a chicchessia la possibilità di misurarsi – seppur per delle primarie – alla carica di sindaco. Centocinquanta candidati alla poltrona più importante per una città non li esprime neppure Milano, Torino o Roma figurarsi Messina. Se avessimo davvero centocinquanta persone così elevate da poter trovare soluzioni alle tante emergenze quotidiane significherebbe che non ci troveremmo dove siamo: a pochi passi dal fallimento. Se dovessimo trovare un’immagine per descrivere come questa città sa affrontare le sue tragedie ecco il concorsone per SINDACO. La corsa alla fascia tricolore potrebbe diventare il più perfetto ritratto della nostra classe politica. Visti i numeri e in attesa di conoscere la veridicità del Bilancio si dovrebbe aspirare – intanto ad avere la possibilità di poter scegliere un CONSIGLIO COMUNALE di alto profilo, con il meglio del meglio dei professionisti – e poi due o tre candidati a sindaco che abbiano qualità indiscusse soprattutto nella conoscenza dei Bilanci più che nella Filosofia. E invece di essere seri nell’affrontare la CRISI MESSINA il meglio del meglio della politica cosa fa? Mette in campo un battaglione di candidati per allestire il solito teatrino di raro squallore. Il ricorso alle primarie se non è frutto di democrazia ha solo un fine: dividere. Provocare conflitti per litigare, per dimostrare chi ha più capacità di sopraffare l’avversario; altrimenti non funziona: una mancanza di rispetto in un momento così delicato.