RESILIENZA, FEDELTà ALLA MISSIONE, OTTIMISMO

E’ finito un anno da tutti giudicato orribile ed è già prossimo l’inizio del nuovo anno che i più sperano migliore del precedente. Molti però non hanno ben chiaro che la fase storica che stiamo vivendo è caratterizzata non da una semplice crisi economica ma da una profonda crisi antropologica e valoriale. In altre parole, non penso (e non sono l’unico) che la situazione possa cambiare da un anno all’altro. Certo un buon governo, visto che siamo alla vigilia di nuove elezioni, servirebbe a mettere a posto un pò di cose e ciò sarebbe auspicabile, ma anche questo non sarebbe sufficiente. Ci vuole dell’altro. E non mi riferisco alle "Riforme" che tutti dichiarano di voler fare. Figurarsi ! Adesso pure Bersani dichiara che vuole realizzare riforme, lui che rappresenta la parte più conservatrice e ideologizzata dell’intero panorama politico.
Mi riferisco a ben altro. A un "altro" che necessiterà di lustri per essere realizzato e i cui semi devono essere piantati da subito da ogni uomo di buona volontà. E allora cosa fare? Quali iniziative prendere? Ognuno ha la sua formula e senza per questo immaginare che le cose qui elencate siano le uniche o che siano un dogma, provo ad elencarne tre:
1) Questo tempo di crisi ci spiega che occorre avere "RESILIENZA". Nelle acciaierie, la resilienza è la capacità di un materiale di resistere a urti improvvisi senza spezzarsi. Nell’accezione quotidiana il termine è stato mutuato significando la capacità dell’uomo ad affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rafforzato, addirittura trasformato positivamente.
Chi vive la vita cristiana e si vanta di esserlo sa bene cosa significa ciò perchè ha davanti l’esempio di Cristo che si è fatto carico del male per poter realizzare il bene.
2) Questo tempo di crisi ci obbliga ad ESSERE FEDELI ALLA PROPRIA MISSIONE QUOTIDIANA. Essere fedeli alla missione quotidiana significa essere sempre protagonisti senza mai farsi travolgere dal "tanto non cambia mai nulla". Essere fedeli alla missione quotidiana significa avere il coraggio di educare sempre con fermezza (qualcuno la chiamerà severità) coloro che non svolgono bene il loro dovere.
E questo vale tanto per i singoli, quanto per le Amministrazioni Pubbliche.
Quando queste ultime, solo per fare piccoli esempi, per indolenza o per paura di perdere il consenso non multano chi butta carte e cicche di sigarette per terra, non si costituiscono parte civile contro gli imbrattatori di muri, non tolgono i punti della patente a coloro che non usano la cintura, perchè lamentarsi se poi nel privato taluni non compiono il loro dovere ?
Un antico adagio dice: "il pesce puzza dalla testa". Per analogia però vale anche il contrario "il pesce profuma dalla testa".
L’Italia non potrà mai cambiare in meglio fin quando genitori, docenti, educatori, manager, amministratori e in generale quanti hanno responsabilità (se ci riflettete ci rientrano tutti) non avranno il coraggio di dire con fermezza: "questo si fa !", "questo non si fa !".
3) Nelle storie dell’umanità ci sono sempre state le grandi difficoltà. Una volta erano le guerre militari, le pestilenze e così via.
A livello personale grandi fortune, grandi aziende, grandi patrimoni, sono stati dilapidati dalle generazioni successive a quelle che le avevano create. Il piangersi addosso non è mai servito a nessuno se non a creare malesseri personali e sociali. Le tempeste fanno parte della vita e solo se si perde la voglia di combattere (per colpa delle cattive abitudini o di uno stile di vita sbagliato) si arriva alla dissoluzione. Ecco perchè non bisogna perdere quell’OTTIMISMO, quell’ATTENZIONE VERSO I PIU’ DEBOLI, quegli IDEALI che continuano a rendere gli italiani unici e irripetibili. In passato si diceva che il nostro era un popolo di navigatori e di santi.
Era così perchè gli italiani per vocazione questi ideali e questi valori, li hanno sempre trasfusi ad altri. Deve continuare a essere così!

Alessandro Pagano