RADIO ZANCA: MESSINAMBIENTE, AHI AHI AHI…

Forse l’aspetto più interessante dell’affare rifiuti che ha coinvolto giudiziariamente Messinambiente e che ha visto la Procura di Messina chiedere in aula dure condanne per amministratori ed esponenti della criminalità è il far finta di nulla della cosiddetta società salottiera e politica. Non una presa di posizione, non una condanna morale. Ancora una volta assistiamo al balletto del silenzio così da far passare sotto traccia la storiaccia. Il fatto: sono ben undici le condanne richieste dal Pm D’Anna: cinque anni di reclusione per associazione mafiosa riguardano i boss Puccio Gatto, Carmelo Ventura e Giacomo Spartà, tre anni e sei mesi di reclusione, per Raimondo Messina e Gaetano Nostro, 4 anni per Tommaso Palmeri. Tre anni per l’ingegnere Tonino Conti, allora amministratore delegato della società, Maurizio Ignazio Salvaggio e Francesco Gulino, cioè rispettivamente il braccio destro e l’ex presidente di Confindustria Enna nonché presidente di Altecoen, la società che assorbì le coop che svolgevano il servizio di smaltimento in città negli anni ’90 e che, insieme al Comune, diede vita alla società Messinambiente. Due anni e mezzo per Gaetano Munnia e l’armatore Sergio La Cava, allora presidente della società; sono tutti accusati di concorso esterno. La prescrizione, infine, è stata sollecitata dal Pm per i reati ambientali contestati per Antonino Miloro, Filippo Marguccio, Benedetto Alberti, Giovanni e Gaetano Fornaia. Amministratori messinesi, tutto ciò non vi riguarda? Noi pensiamo di no. Le regole come sempre aggirate e la politica che fa pappa & ciccia con personaggi spregiudicati se non criminali. Lo smaltimento dei rifiuti dovrebbe essere una cosa che riguarda tutti e gestito alla luce del sole, con trasparenza ma spesso si trasforma in una cosa sporca, più sporca degli stessi rifiuti che si devono smaltire e come è stato in questo caso, con un colosso economico – imprenditoriale che, grazie all’ausilio di un team di tecnici – professionisti- politici e avvocati di alto livello è riuscito in pochi anni a ottenere il quasi monopolio dell’attività di smaltimento dei rifiuti nella Sicilia orientale. Quello che a noi pare giusto evidenziare ai cittadini che nelle pieghe dell’inchiesta c’è una platea di potenti che fanno capo a molti partiti e al Sistema Messina che ride di gusto quando c’è ben poco da ridere. Si parla di appalti pilotati, interessi strettamente privati, assunzioni pilotate dai boss mafiosi tra favori e fai da te. Possibile che la politica non veda i pericoli di una gestione così maldestra? E i sindacati dove stavano quando tutto ciò avveniva? È una società civile che ricorda, nel suo aspetto più nobile, il pubblico dello stadio, quello che ride, urla e incita ma solo a comando. E le regole? Inquinate!