Caro Buzzanca, tolga il disturbo per il bene di Messina

Il piano triennale di rientro presentato dall’amministrazione Buzzanca: basato su dati volutamente parziali e incompleti e le proposte sono sempre le stesse. Inutile sia come operazione verità, sia come risoluzione per la grave situazione debitoria dell’Ente.

Nei provvedimenti proposti dall’amministrazione Buzzanca mancano almeno due pagine, forse tre: quelle che illustrano la reale esposizione debitoria dell’Ente. La realtà è stata volutamente edulcorata (eufemismo) in tutte le relazioni e in tutti i documenti. I debiti di Palazzo Zanca sono di gran lunga superiori a quanto indicato e i residui attivi tutt’altro che certi. Tra i debiti vale la pena sottolineare come la decisione, perseguita da Buzzanca, di liquidare l’ATM e la Messinambiente trasferisce l’intero debito, compresa la liquidazione del personale, sulle spalle delle casse comunali e quindi della collettività tutta. Si tratta di un importo di oltre 100 mln di euro. Con altre soluzioni, peraltro avanzate da più parti, la trasformazione dell’ATM e il risanamento della Messinambiente avrebbero consentito una rilevante riduzione della massa debitoria. E la certezza della continuità dei servizi ai cittadini. Ma su questa vicenda non appare secondario sottolineare come, pur in presenza di una condizione difficile delle due aziende -soprattutto dell’azienda trasporti-, parte consistente del degrado finanziario e organizzativo si sia notevolmente aggravato nel periodo di gestione della sindacatura Buzzanca , che nonostante disponesse pienamente del controllo delle due strutture, nulla ha fatto per avviarne il risanamento, anzi. L’ATM ha visto avvicendarsi troppi commissari di diretta nomina del Sindaco, con il risultato di un ulteriore declino organizzativo e finanziario, nonostante i proclami del Buzzanca deputato regionale che ha più volte dichiarato di aver risolto il problema dei trasferimenti senza che ciò corrispondesse al vero. Ancora più rilevanti le responsabilità nel caso della Messinambiente dove le decisioni assunte dal tandem Buzzanca Ruggeri hanno determinato, con il regolare sotto finanziamento del servizio e con la corresponsabilità di chi ha diretto Messinambiente, il crearsi di una situazione debitoria grave. Fenomeni che non potevano essere sconosciuti a Buzzanca che, sia nella qualità di Sindaco che in quella di azionista, doveva conoscere i conti e approvare bilanci. Non appare superfluo sottolineare come il Sindacato abbia più volte denunciato tali fatti senza che ciò producesse alcuna correzione di rotta e spesso anche nella sottovalutazione di una parte autorevole della comunità. Il Sindaco deve anche spiegare dove si prenderanno i soldi per capitalizzare la SPA che dovrà gestire la mobilità urbana. Ci piacerebbe anche comprendere come sono stati utilizzati i maggiori incassi derivati dall’emissione nel 2011 di ruoli per ben due annualità della Tarsu (2009 e 2010, ogni annualità corrisponde a circa 24 mln di euro) visto che si scarica sui ritardi dei trasferimenti la crisi di liquidità che viene scaricata per intero su oltre un migliaio di lavoratori che non percepiscono da mesi lo stipendio ( ATM, Messinambiente, servizi sociali).
Altro capitolo spinoso è rappresentato da numerosi debiti fuori bilancio non ancora censiti o che si determineranno tra breve tempo, e dei quali non si tiene conto, derivanti da contenziosi in atto o da scelte quantomeno improvvide. Sarà inoltre interessante accertare se le procedure di utilizzo delle somme comunali per realizzare gli svincoli saranno considerate idonee per poterne consentire il ristoro da parte del Ministero. Speriamo che gli atti formali siano corretti e che esistano tutte le autorizzazioni necessarie, altrimenti il Comune di Messina sforerà il Patto di Stabilità con ulteriore aggravamento delle condizioni economico finanziarie. Per quanto riguarda i residui attivi una rapida ma non superficiale lettura degli ultimi bilanci porta a ritenere che gran parte di essi siano inesigibili per numerose ragioni. Sulla dismissione degli immobili è già stato detto molto, vorremmo aggiungere che se le previsioni di entrate nel tempo indicate nei previsionali apparivano entusiasticamente ottimiste, in questa fase di crisi e di ristagno del settore immobiliare appare difficilissimo poter vendere i beni, almeno che non li si voglia dismettere ad un prezzo di gran lunga inferiore all’effettivo valore. Insomma ciò che resta è l’aumento delle imposte e delle tariffe e della compartecipazione ai servizi: pagano sempre i più deboli. La nostra è una città che nel tempo ha sempre scelto di colpire con la tassazione i redditi da lavoro e da pensione e non i patrimoni: addizionale IRPEF al massimo, entrate ICI tra le più basse nella classe demografica, segno di scelte fiscali e tributarie orientate alla difesa delle rendite immobiliari e grande tolleranza nei confronti dell’evasione fiscale su gran parte dei tributi. Aumentare poi il costo dei servizi a domanda individuale (asili nido, mensa scolastica) fino alla totale copertura del costo, significa ancora una volta voler fare pagare il prezzo ai più deboli, coloro che peraltro sono già duramente colpiti dall’attuale fase di grave recessione economica. Vorremmo ricordare al Sindaco che ha sottoscritto con le OOSS un protocollo di intesa che prevede il confronto preventivo su tutte gli strumenti di bilancio, sulle imposte e sui tributi locali e su altri rilevanti questioni. Il Sindaco sinora non ha mai rispettato quel protocollo, nonostante lo abbia sottoscritto (convocando quel giorno telecamere e fotografi), dimostrando ancora una volta che non intende confrontarsi con nessuno. Non vuole condividere i dati reali dell’azienda Comune, vuole decidere da solo. È una scelta. Ma se ne assuma la piena responsabilità senza continuare a scaricare su altri la colpa se la nave di Palazzo Zanca punta diritta sugli scogli.

P.S. Panem et circenses.
La notte della cultura, ovviamente, non è costata soltanto 40mila euro.
Sebbene in questo momento di grande difficoltà per le casse comunali potrebbe sembrare una spesa superflua, i soldi spesi in cultura non lo sono mai. Anzi, sulla cultura dovrebbe esserci uno stanziamento certo, programmato e non per un solo giorno l’anno che per giunta si tenta di trasformare in una occasione di auto celebrazione.

Lillo Oceano – segretario generale della CGIL di Messina