LAVORO è GIUSTIZIA, LEGALITà è SVILUPPO

“Una protesta pronta a estendersi in tutta la Sicilia”. La manifestazione dei lavoratori edili di Feneail Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, questa mattina davanti il Tribunale di Messina in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, è la testimonianza di come la crisi economica ha profondamente segnato il tessuto produttivo della nostra provincia, provocando la chiusura di centinaia di imprese e migliaia di licenziamenti. Circa 400 lavoratori edili hanno voluto denunciare il dramma occupazionale e la carenza di commesse di lavoro. “Una scelta quella di manifestare durante l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario – hanno sottolineato il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese e il segretario regionale della Filca, Santino Barbera – perché, essendo presenti tutti i soggetti politici e istituzionali della prendano consapevolezza e coscienza del momento di grave crisi che il settore sta attraversando e che ciascuno, per la propria parte, assuma le indispensabili iniziative per dare soluzione alle gravi problematiche del settore. Questo – hanno continuato Genovese e Barbera – è solo un primo momento di lotta perché ormai è giunta l’ora che la politica parolaia compia atti concreti per l’occupazione dei lavoratori. Devono essere messi in cantiere subito – ha chiesto Barbera – tutti i progetti che ancora oggi sono fermi nei cassetti della politica in attesa della campagna elettorale. La protesta di oggi sarà portata in tutti i comuni siciliani affinché vengano accelerate tutte le opere che possono rilanciare il lavoro. Ma sia chiaro, con queste manifestazioni non vogliamo mettere in difficoltà il settore produttivo e le famiglie che già combattono contro la crisi, ma vogliamo mettere sotto pressione le istituzioni affinché vengano avviate tutte le procedure che possano sbloccare i progetti e dare lavoro”. Il punto sulla situazione di Messina e provincia è stato fatto dal segretario provinciale della Filca, Giuseppe Famiano che ha evidenziato la grave carenza infrastrutturale che passa dalla dismissione ferroviaria (binario unico ME/PA, tratto ME/CT con un progetto esecutivo di poco meno di 2 miliardi bloccato da anni), dall’arretratezza del sistema portuale (pensiamo alle potenzialità commerciali per i porti di Sant’Agata, di Lipari e di Milazzo, e alla funzione svolta dal polo di Tremestieri), dalle condizioni disastrose delle strade (comunali e statali) e delle reti autostradali. “Condizioni – ha spiegato Famiano – che impediscono l’attrazione degli investimenti e pregiudicano ogni possibilità per questo territorio di agganciare eventuali fasi di crescita economica. E’ necessario fare programmazione e sfruttare tutti i finanziamenti disponibili oggi, da quelli per la ristrutturazione dei centri storici a quelli per la messa in sicurezza dei plessi scolastici. Una programmazione che deve fare la nostra classe politica e non quella degli altri. Solo con il lavoro si può creare sviluppo ed equità sociale”.