IL PD & L’ATM…

La delibera presentata dall’Amministrazione Comunale sull’ATM non la condividiamo, la consideriamo strategicamente sbagliata e povera di contenuti concreti. Lo hanno espresso in modo chiaro i consiglieri comunali del PD nel corso dell’ultima seduta di Consiglio. La delibera dell’Amministrazione parte dal presupposto di liquidare l’ATM ed è evidente che tale volontà mira esclusivamente a mettere al riparo il bilancio del Comune per un breve lasso di tempo per poi consentire che la liquidazione travolga gli equilibri economici di Palazzo Zanca tra un anno. Infatti le Aziende Speciali come l’ATM sono sottoposti a un rigido rapporto con l’ente proprietario e tale rapporto di controllo-vigilanza comporta che il disavanzo di esercizio dell’ATM deve essere ripianato sempre dal Comune proprietario. La liquidazione dunque rinvia il problema nel tempo ma non lo affronta. Tutti sappiamo come i guai dell’ATM non siano da addebitare alla tranvia, forse ha consentito in questi anni di sopperire all’assenza di bus almeno per il tratto coperto dal tram, ma piuttosto ai rapporti mai disciplinati da contratti di servizio tra Comune e ATM. Era molto normale, e forse lo è ancora oggi, la prassi secondo la quale bastava una telefonata del Sindaco, di un Assessore, di un consigliere comunale per avere un ordine di servizio per bus e servizi vari per attività extra. Questo ha comportato l’assunzione di costi nel tempo che però non avevano alcun fondamento contrattuale. Morale della favola il Comune deve sempre ripianare le perdite dell’azienda speciale. Ecco perchè siamo convinti che per il servizio di trasporto pubblico bisogna seguire un’altra strada, una strada certamente più complessa ma anche più ambiziosa. Partendo dal presupposto che il Comune alle condizioni date dovrebbe ripianare i debiti dell’ATM, siamo convinti che bisogna imboccare la strada della trasformazione per scissione di ATM, operazione praticata da Catania, che scontava un debito di 110 mln di euro, ma anche da altre città del nord. L’operazione si sostanzierebbe nel trasformare l’ATM in una Spa lasciando in piedi la vecchia azienda speciale con parte dei debiti da ripianare nel tempo. Il rapporto tra la vecchia e nuova realtà sarebbe quello tra bad. co e new. co. Nella sostanza la nuova Spa nascerebbe per acquisire tutto il compendio aziendale di ATM ed il Comune potrebbe capitalizzare la nuova Spa con gli immobili di pertinenza della mobilità urbana (Palazzo ATM, Cavallotti, Nuovo Parcheggio Zaera Nord parcheggi ZTL etc.) nonchè con tutte le autorizzazioni e concessioni che costituiscono valore economico, compreso il tram, di contro la nuova Spa dovrebbe assumere una parte del debito di esercizio che viene scisso dalla vecchia Azienda speciale. Tutto questo, detto in modo semplificato, dovrebbe prevedere una fase di transizione in cui la nuova Spa resterebbe a capitale pubblico ma in una prospettiva di messa a gara del 40% delle azioni al fine di individuare un socio privato che abbia compiti operativi e gestionali ai sensi di legge. L’interesse del privato ad investire dipende dal numero di anni che si prevede per l’affidamento, dalle concessioni che si conferiscono ma soprattutto dal piano industriale della nuova Spa che deve dimostrare l’equilibrio tra costi e benefici. Tutto questo va analizzato nell’ottica di espansione del Servizio che deve necessariamente andare oltre il comune e estendersi all’area metropolitana così come tutte le realtà produttive hanno fatto. In questo ragionamento, fondamentale risulta l’implementazione dei bus. Rispetto a questo punto crediamo che la Regione, così come aveva assicurato al sindaco nell’ultimo incontro di agosto, dovrebbe fare la sua parte. Essa avrebbe l’onere di assicurare attraverso la rimodulazione dei fondi POR FESR 2007/2013 dei bandi specifici per il rinnovo dei mezzi delle aziende di trasporto pubblico. Per quanto concerne il personale esso sarebbe garantito complessivamente anche se il piano industriale deve individuare percorsi di specializzazione per coprire le figure necessarie secondo il nuovo assetto. La vecchia azienda speciale rimarrebbe in vita per il tempo necessario a ripianare il debito residuo che non sarebbe più di 50 mln di euro ma molto meno a seconda delle valutazioni fatte per raggiungere l’equilibrio sopra esposto. Con questa operazione si assicurerebbe un rapporto tra Comune e nuova Spa disciplinato da un contratto di servizio, di conseguenza la Spa deve gestire il servizio secondo criteri disciplinati ex ante e non può produrre nuovi debiti. Il sindaco si presenta dopo quattro anni dal suo insediamento facendo analisi storiche sulla nascita del tram e sulla sua inutilità. Di sicuro il tram ha consentito di sopperire all’assenza di bus che ormai sono una chimera per Messina. Il Sindaco farebbe bene ad essere più prudente a parlare di inutilità perchè qualcuno potrebbe fargli notare che l’amministrazione che egli presiede è stata in questi anni l’emblema dell’inutilità per la città. La delibera presentata dal Sindaco ha solo lo scopo di liquidare l’ATM senza affrontare il futuro in modo serio. Noi abbiamo una proposta alternativa. Il Consiglio Comunale per noi deve individuare le linee guida per la trasformazione e dare incarico ad esperti di predisporre un piano di fattibilità della trasformazione ed un piano industriale secondo lo schema sopra indicato. Solo dopo un’analisi seria della trasformazione si può procedere in via esecutiva. Oggi purtroppo si può solo discutere del nulla e delle analisi storiche del Sindaco Buzzanca.

Il Segretario cittadino del PD
Giuseppe Grioli
Il Coordinatore dei Consiglieri PD
Felice Calabrò