RADIO ZANCA: SE LA MERITOCRAZIA IN POLITICA NON è più un valore

Il sindaco di Messina, on. Peppino Buzzanca, ha nominato un nuovo assessore: il suo nome è Giorgio Muscolino (Udc, corrente Pippo Naro). Muscolino, 31 anni, avvocato, era stato eletto a Palazzo Zanca alle Amministrative del giugno 2008 e precedentemente, dal maggio 2003 al novembre 2005, era stato Consigliere circoscrizionale Udc. Il neo assessore con deleghe alle Politiche di E-Government, Anagrafe; Stato Civile; Elettorale; Ufficio Stralcio leva militare; Centro elettronico e Informatizzazione degli uffici comunali; Censimento; Statistica e Toponomastica, dall’ottobre del 2010 è Presidente provinciale dell’Unione di Centro di Messina. Ciononostante, siamo certi, che qualcuno tiferà contro di lui: il clima è ormai questo al Comune, bisognerà solo farci l’abitudine. Ah, la buona politica di una volta, ma il passato non ritorna. Neppure in casa Udc: caduti (per il momento) in disgrazia per le dolenti vicende giudiziarie i Santalco, ecco spuntare nel giardino messinese il fiorellino di Giorgio Muscolino. E quanto interesse suscita l’evento? La maggior parte di coloro che seguono le sorti del Consiglio sono pronti a dichiarare di essere poco coinvolti dall’ennesima telenovela. I cultori delle tresche di Palazzo Zanca sanno bene che la politica di una volta era un’altra cosa. Non diciamo che era meglio, bensì più concreta. Tesseva trame, programmava, creava, costruiva carriere e nomine parlamentari ma aveva delle regole, norme a cui tutti guardavano con doveroso rigore. Oggi non è più così: ognuno di colpo può essere assessore, sindaco, deputato, sottosegretario, ministro senza avere un briciolo di esperienza, talento, storia. C’è un eccesso di enfasi e spazio? Sicuramente. Ma i livelli minimi di qualità per amministrare la cosa pubblica sono ormai così ridotti all’osso che tutti – proprio tutti – hanno diritto di aspirare a una carica. E qui si apre una bella discussione teorica. Sul nuovo metodo di selezione politica esistono due scuole di pensiero, quella della comparazione e quella della ricerca. La scuola della comparazione sostiene, prove alla mano, che prima era meglio: Astone, Capria, D’Acquino, Madaudo… Bisogna ammetterlo senza ipocrisia: Crimi, Nania, Genovese, Ricevuto non sono all’altezza. Il resto della politica è vissuta con segno negativo: i nomi sono talmente tanti che si fa prima a nominare quei pochi che si salvano dalla mediocrità. La scuola della ricerca sostiene, prove alla mano, che non si può vivere sempre nell’identico, esiste anche il diverso, il dopo. Oggi, per esempio, il dopo Santalco è Muscolino. Peggio, meglio, uguale? Bah, è la stessa logica di scelta, quindi del tutto estranea al talento, che ha pesato nella selezione. L’unica cosa che non comprendiamo è perché a pagare certi favori devono essere i cittadini. Non bastano i costi della spazzatura, dell’acqua, del bus?