Iva e accise spingono l’inflazione al 2,8%

"L’inflazione è tornata a correre. La frenata dei consumi non è bastata ad arginare il carovita. I recenti aumenti dell’Iva (settembre) e delle accise sui carburanti (dicembre) hanno fatto surriscaldare i prezzi. Secondo le stime provvisorie dell’Istat, l’inflazione nel 2011 è balzata al 2,8 per cento rispetto all’1,5 per cento dell’anno precedente. E’ il dato piu’ alto dal 2008, con la punta del 3,3 per cento raggiunta nei mesi di novembre e dicembre. L’annuncio e’ arrivato proprio mentre da Bruxelles è stato diffuso il dato relativo alla zona euro: nell’ultimo mese dell’anno il tasso di crescita del carovita si è attestato al 2,8 per cento. Si allarga dunque la forbice fra l’Italia e l’Europa. Sindacati e associazioni di consumatori hanno subito lanciato un disperato sos al governo: ‘Salvate stipendi e pensioni dall’erosione del potere d’acquisto’. L’allarme maggiore riguarda proprio i trattamenti previdenziali: l’adeguamento all’inflazione è stato bloccato per due anni, riconoscendo la rivalutazione solo agli assegni piu’ bassi. E le prospettive sono tutt’altro che positive. Dal primo gennaio e’ scattata una nuova ondata di rincari: benzina, bollette, tariffe autostradali. Senza considerare che nella seconda parte del 2012 e’ atteso un nuovo aumento Iva. Del resto gia’ l’impennata di dicembre e’ stata determinata secondo gli analisti dall’effetto combinato del precedente rincaro dell’Iva e dell’innalzamento delle accise deciso dal governo Monti (9,9 centesimi a litro per la verde, 13,6 per il diesel). Il risultato finale e’ drammatico: su base annua la benzina ha registrato un aumento del 15,8 per cento, il gasolio di oltre il 24 per cento. E la voce ‘trasporti’ ha segnato un +6,2 per cento, mentre le spese per la casa (bollette e affitti) +5,2 per cento. Piu’ contenuto e’ stato il rincaro dei generi alimentari (+2,4 per cento), con i prezzi di frutta e verdura in leggera flessione a dicembre.
La Cisl ha sollecitato una riforma fiscale urgente, perche’ – ha sottolineato il segretario confederale Maurizio Petriccioli – ‘a fronte di una recessione ormai certa per il 2012, c’e’ il rischio che il livello dei prezzi continui ad essere sostenuto dalla componente fiscale, con un ulteriore danno per il potere d’acquisto delle famiglie’. Secondo Antonio Foccillo, della Uil, per rilanciare i consumi e spingere l’economia sono necessari interventi a sostegno di ‘retribuzioni e pensioni’".

"La preoccupazione per i trattamenti previdenziali è altissima per i sindacati, perche’ si rischia ‘l’emergenza sociale’. Secondo le analisi della Cgia di Mestre infatti ogni pensionato con il blocco della rivalutazione dell’inflazione perderebbe in media circa 280 euro nel 2012 con un indice dei prezzi al consumo stimato al 2,8 per cento. Con quest’ultima fiammata del carovita, gli assegni previdenziali saranno dunque ancora piu’ poveri. Con un piccolo paradosso contabile. Per lo Stato l’impennata dell’inflazione produce una voce (solo) apparentemente positiva: il risparmio derivante appunto dal blocco delle pensioni sara’ superiore agli oltre 3,2 miliardi ipotizzati con il carovita al 2,8 per cento, visto che per il 2012 il dato sull’inflazione ormai appare sottostimato. Paolo Varesi, Ugl, ha parlato di ‘un’ulteriore stangata per milioni di famiglie che gia’ fanno fatica ad arrivare a fine mese per effetto della diminuzione del reddito disponibile e per l’aumento della tassazione’.

Durissimi i consumatori. ‘Le famiglie italiane stanno tagliando i costi di oltre il 10 per cento della spesa quotidiana. L’inflazione a consumi costanti dovrebbe attestarsi al 6 per cento. Il dato ufficiale del 2,8 per cento sta a significare che gli aumenti per le spese obbligatorie sono talmente alti da compensare la forte riduzione dei consumi’, ha scritto l’Adoc, sostenendo che per decine di migliaia di famiglie si ‘avvicina lo spettro della poverta’. Per il Codacons il conto dei rincari pesera’ per 1.059 euro a famiglia e per questo il governo deve intervenire per bloccare gli aumenti. Adiconsum ha chiesto invece di fermare le speculazioni sui carburanti.
Confcommercio e Confesercenti hanno invece rilanciato l’allarme consumi: ‘Senza interventi sara’ un 2012 di recessione’. E se i consumi non ripartono, ‘affondera’ tutta la filiera, con effetti devastanti sull’economia del Paese’.
Secondo la Confederazione degli agricoltori la crisi e’ arrivata anche a tavola: il 30 per cento delle famiglie ha gia’ tagliato anche la spesa alimentare, acquistando di meno e prodotti di qualita’ inferiore. Per Coldiretti, invece, i prodotti agroalimentari diventeranno piu’ costosi a causa dell’aumento dei carburanti e dunque delle spese di trasporto. Sul fronte politico, per il Pd l’emergenza-prezzi ‘conferma la necessita’ di procedere subito con le liberalizzazioni’".