Silvio e la Presidenza della Repubblica: la strada è chiusa, forse no…

È desolante, in questi giorni che precedono la prima votazione per l’elezione del capo dello Stato, osservare quella strana accozzaglia di volti tristi che per semplicità viene chiamata sinistra italiana. È desolante perché ancora mica si è capito quali siano le loro intenzioni.

Su un unico punto paiono coesi – ma solo l’urna ci dirà se sia davvero così -: NO a Berlusconi, che per quanto mi riguarda è cosa buona e giusta. Ma non basta…

L’alternativa? Al momento pare non esserci. E probabilmente è così. A meno che qualcuno non pensi che sbarrare la strada all’uomo di Arcore sia un’intenzione di voto… Cosa che non mi stupirebbe rileggendo gli ultimo trent’anni della storia del nostro Paese.
Deprime rendersi conto che la sinistra non sia stata capace fino ad oggi di trovare un candidato, un grande personaggio, un uomo capace di unire, qualcuno insomma che potrebbe entusiasmare questo stanco Paese e, soprattutto, offrire un vero motivo a quei non pochi parlamentari del centrodestra che hanno una gran voglia di impallinare Berlusconi nel buio dell’urna.
Fare il nome di Draghi è di una banalità imbarazzante ed è, allo stesso tempo, un segno di grande impotenza. E lo è ancora di più oggi dopo l’ultima uscita dell’unico candidato in circolazione che minaccia, in quel caso, di far saltare il banco e portare la sinistra alle elezioni.
Senza contare che la candidatura di Draghi significherebbe un disastro per il Paese che non può rinunciare all’ex banchiere per risolvere il vitale problema della gestione degli oltre duecento miliardi che devono piovere dalla Ue sulle nostre teste.
E mi chiedo se possa fare più danni Berlusconi al Quirinale o i nostri politici che vorrebbero gestire tutti quei soldi.
Nicola Forcignanò