Valeria Esposito: Sono forte e debole, resiliente e fragile. A teatro con lo spettacolo Chiunque tu sia, ti prego rispondi

Epifania nel segno di Guantanamo al Teatro Serra di Napoli, con «Chiunque tu sia, ti prego rispondi» di Antonio Mocciola e Diego Galdi. Quando accadono queste cose è come se si creasse un ponte: da una parte c’è il punto in cui tutto ha inizio, dall’altra quello in cui oggi si racconta la storia. Valeria Esposito, che emozione si prova ad attraversare questo ponte? Qual è l’anima del tuo personaggio?

Fatima è una reietta, cresciuta in una famiglia autoritaria e repressiva. La sua è una coraggiosa lotta verso la scoperta di sè, della sua identità di donna oltre la norma insegnatale. E’ un’anima coraggiosa, capace di pensare e di pensarsi al di là delle regole e le strutture che ha interiorizzato crescendo.

Che rapporto hai con la religione?

Mi definisco agnostica!

Ti ritieni una donna forte?

Non oserei definirmi forte in generale; sono molto resiliente per quanto riguarda determinati aspetti, debole per altri. Siamo tutti dominati dalle contraddizioni, mi sembra stupido definirmi in maniera categorica. Sono forte e debole, resiliente e fragile.

Lo spettacolo, un “Inno Agnostico” sull’abbandono dei dogmi ed una riflessione sul rapporto tra Dio e l’Uomo – chi dei due è errore dell’altro? Come si cambia una realtà così difficile?

Non esiste alcuna realtà da cambiare. La religione è parte della nostra cultura, è iniettata nella nostra educazione. Senso critico e lucidità sono armi utili a comprendere in quanta parte le nostre convinzioni siano il risultato di un retaggio culturale e quanto, invece, possano essere sottoposte al giudizio e riconsiderate.

Correggimi se sbaglio, a prima vista dà l’idea di una storia di vendetta e redenzione: credi più nella prima oppure nella seconda?

Non credo in nessuna delle due. Riguardo al testo, questo spettacolo è un grido rivolto a nessuno. Il motore dei nostri personaggi non è la redenzione; entrambi sono mossi dal dubbio di tutto ciò che davano per vero, nonché dal senso di abbandono da parte del proprio Dio.

Noi cristiani, conosciamo le parole del Vangelo , specie quelle che parlano di accogliere il forestiero, soccorrere l’orfano e la vedova, dare il cibo a chi ne è privo? È possibile che non riusciamo ad aggregarci per formare un movimento di opinione forte che inchiodi i potenti alle proprie responsabilità?

Io non mi annovero tra i cristiani. L’idea da lei proposta di generare un movimento di massa contro i potenti è fallace; non ci sono argomentazioni a supportarla, avere un’opinione in merito sarebbe illogico.

Come ti sembra il momento storico che stiamo vivendo?

Il momento storico in cui ci troviamo è definito Antropocene; l’uomo ha dominato l’intero Pianeta e ne ha consumato e ne consuma le risorse. E’ impossibile rispondere brevemente a questa domanda senza cadere in generalizzazioni indebite. Restringendo il campo al nostro spettacolo, a me sembra una fase storica in cui è profonda la crisi dello spirito. Dio è morto, il progresso è diventato dio (progresso\regresso, considerato che il suo prezzo è l’autodistruzione). Il testo di Antonio Mocciola presenta due personaggi in costante crisi spirituale; la loro domanda è destinata a non ricevere risposta.

Sono dell’idea che la cultura è il dono più bello che si possa dare ai giovani. Che opinione hai dei ragazzi di oggi?

Oggi più che mai la cultura è alla portata di tutti. A mio avviso il problema preponderante della mia generazione è la pigrizia nel coltivare il proprio senso critico; questo fenomeno è dovuto in parte al sistema scolastico (parlo di quello che conosco e che ho vissuto, ovvero il sistema scolastico italiano), in parte a molti altri fattori (il conformismo di massa e la società della performance, per dirne un paio). Tuttavia mi astengo dal farne un discorso generale, è ovvio che sia possibile affilare il proprio punto di vista e tenere acceso il fuoco della curiosità.

Ultimamente è aumentata la sfiducia nella politica. Paura che i temi diventino divisivi all’interno della comunità. A tuo parere può prevalere una coscienza morale individuale su quella di Governo? La vostra storia fornisce materia per riflettere?

La morale non esiste più, temo.

Un comandamento che vige nella mia vita, a maggior ragione in quella professionale è: diffida della verità ufficiale… Valeria che rapporto ha con la verità?

Le verità sono contraddittorie. Questo è ciò in cui credo io.

La prossima tappa?

La prossima tappa è andare in scena con “Chiunque tu sia, ti prego, rispondi”, al teatro Serra di Napoli e poi a Cappella Orsini a Roma.

L’Associazione Teatrale “Mentite Spoglie” presenta: 

«Chiunque tu sia, ti prego rispondi» 

di Antonio Mocciola e Diego Galdi 

con Daniele Arfè e Valeria Esposito  

regia Gianluca Bosco 

aiuto-regia Francesca Cavallo 

consulenza storica Giorgio Gigliotti 

Venerdì 5 gennaio 2024, ore 21:00  

Sabato 6 gennaio 2024, ore 19:00 

Domenica 7 gennaio 2024, ore 18:00