SIAMO TUTTI ELEONORA. Nonostante la malattia dispensa consigli, aiuta gli altri, progetta il futuro

Se Eleonora si mette alla prova, di solito vince. Quando ha saputo di essere stata colpita da diverse malattie autoimmuni reumatologiche, ha accettato con coraggio la sfida che nessuno avrebbe voluto affrontare, per non mettere da parte i suoi sogni di donna. Ma la salute fragile è solo una parte della storia. Come in ogni esistenza c’è un prima, un presente, un dopo.

Ho conosciuto Eleonora Petrò grazie a una bellissima intervista realizzata da Monica Antonelli per il suo blog “Donne di Crema”. Mi ha subito colpito la sua presentazione: “L’infanzia di Eleonora”…

Nata da genitori cremaschi, ha sempre vissuto in un paese alle porte di Crema, frequentando le scuole locali e la vita cittadina, creando un forte legame con Crema che dura tutt’ora. Da bambina era molto sensibile, caratteristica che le è rimasta negli anni, e ciò la faceva sentire un po’ “aliena” perché qualunque episodio di ingiustizia a cui assisteva, lo viveva in maniera molto amplificata. Questa forte sensibilità l’ha portata ad essere più matura della sua età, fin da piccola, facendola essere la “brava bambina” che andava bene a scuola, educata e che non creava problemi.


Confesso: mi ha intrigato molto. Quello tra me e la storia personale di Eleonora fu, in un certo senso, amore a prima vista. Non potevo certo sapere che impratichirsi con la scrittura significasse fare i conti con la difficile arte della resistenza. Nell’era del web 2.0 tutto è condivisibile. Le foto, lo stato d’animo, la gioia, il dolore. E per fortuna, la speranza.

La storia di Eleonora funziona.

Funziona perché ha tutto questo: ti fa riflettere, ti provoca suggestioni, ti fa maledire il mondo che permette che certe cose succedano. Ma, soprattutto, ti provoca una forte emozione e così pensi: come può accadere tutto questo? Cosa ci riserva il futuro a ognuno di noi? Come affrontare i giorni bui? Confesso che in pochi attimi sono passato dall’essere infuriato, certamente, all’essere ammirato per ciò che raccontava la ragazza a Monica: quindi la rabbia che diventava speranza euforia. C’erano un sacco di argomenti in quell’articolo che mi andavano a genio. Eleonora nella sua complicata quotidianità ha un non so che di vitale, di costruttivo.

Eleonora ci parla di ambizione, di lotta, di vita, di speranza.

Come detto c’è un prima che nel caso della nostra protagonista è una vita serena: amici, scuola, studio, creatività, energia.
La sua voglia di conoscere nuovi percorsi la porta a iscriversi a Lettere e Beni culturali alla facoltà di musicologia a Cremona.
“Passa tre anni da pendolare tra Crema e Cremona, ma che le sono rimasti nel cuore, al punto che se dovesse scegliere di poter rivivere un periodo della sua vita non avrebbe dubbi e tornerebbe a quei tre anni per la serenità del periodo e la vita accademica che le era piaciuta moltissimo”.
Eleonora è una combattente: non è la ragazza che mette la testa sotto la sabbia e poi finge di non sapere. Lo è sempre stata fin da ragazzina ma oggi lo è di più.

Inizia per lei un lungo calvario di sofferenza di cui non conosce l’origine per almeno un anno. Tutto inizia come una normale influenza intestinale, a cui non presta molta attenzione, ma dopo che i sintomi non accennano a passare, si rivolge a vari medici per arrivare ad una diagnosi.

Tutto questo interrompe bruscamente il suo sogno che era quello di accedere ad un dottorato per poter fare ricerca e rimanere nell’ambito universitario.

Il suo calvario è fatto di sintomi inizialmente non presi abbastanza sul serio, anche da parte dei medici stessi che vedendola giovane, non le davano la giusta attenzione.

Per lei è stato un anno devastante fisicamente perché non riusciva nemmeno ad alzarsi dal letto e anche solo dover andare a Milano per fare delle visite significava un grandissimo sforzo.

Grazie a una bravissima dottoressa incontrata lungo il cammino arriva al San Raffaele di Milano dove trova la sua “seconda casa” e un medico reumatologo, molto giovane e intraprendente che la sottopone a prove per studiare il suo caso più nello specifico per poterle offrire la terapia migliore.

La sua testimonianza
“Nel momento in cui ho scoperto cosa avevo, ho avuto una sorta di liberazione. Quando scopri cos’hai, dai un nome a qualcosa che ti fa paura, e già questo ti permette di tenerlo sotto controllo, hai modo di informarti sulla malattia e di conseguenza di regolare la tua vita in base a quello”.


Ora, se c’è una cosa che stento a tollerare è la solfa dell’ammalato che si sente perduto nel limbo e non abbastanza considerato. Invece nel nostro caso avviene l’esatto contrario. La storia clinica di Eleonora, con tutta evidenza, è il frutto di una rinascita nonostante la sofferenza. A mio modo di vedere la storia Eleonora ha capito sulla sua pelle una cosa davvero importante: e cioé che, per scrivere una pagina nuova socialmente utile, occorre dare sfogo alla parte più nera di noi stessi. Immaginarsi con piacere di essere sani e non sofferenti.
Eleonora
“Meno male che ho trovato questo dottore con cui siamo arrivati alla diagnosi, che in realtà è un pacchetto di malattie sovrapposte. Come spesso accade nel campo delle malattie autoimmuni, non ne viene una sola, ma tanti sintomi. Nel mio caso ho l’artrite, la fibromialgia di cui tanto si parla grazie a Lady Gaga, e meno male che se ne parla, e poi ho la connettivite che è una sorta di infiammazione cronica di tutti i tessuti del corpo”.
La nostra eroina decide di dare fondo a tutte le sue energie per affrontare questa nuova lotta: perché le battaglie si vincono con il carattere. La capacità di reagire, l’anima.
Ecco il suo karma.

Oggi Eleonora ha creato un suo blog EP Mood.

Eleonora
Reinventarsi per ricominciare
Ha capito che era il momento di reiventarsi perché i lavori in cui doveva dipendere dagli altri non erano più compatibili con le sue esigenze di salute. Decide di frequentare dei corsi che la portano a un cambio netto nel lavoro diventando consulente di immagine.
“Per me la consulenza di immagine non è una cosa frivola, dove consiglio solo che colore ti sta meglio o come valorizzare il tuo fisico, ma per come la vivo io significa entrare in empatia con la persona che ho davanti, che non si vede più bella e ha forti cali di autostima, che stanno affrontando forti cambiamenti nella loro vita e decidono di ripartire dalla loro immagine.”
Eleonora
“Ascolto la persona che ho davanti e le sue insicurezze, insieme cerchiamo di rimediare e dare una bella botta all’autostima che in quel momento è stata danneggiata.”
“Grazie all’empatia, non c’è giudizio da parte mia. Quando mi contattano mi chiedono di etichettarle a livello fisico, ma per me è più importante lavorare sulla persona, sui suoi pregi, e come valorizzarla al meglio”.
Appena ha iniziato a scrivere ha capito che non sarebbe stato solo una valvola di sfogo, ma un altro aspetto della terapia. Raccontare, consigliare, aiutare altri era un filtro della sua vita. L’aiutava a comprendere e a sentirsi in controllo. Un modo anche per aiutare altre persone che si sentivano non in sintonia con se stesse. Perché spesso le paure, l’ansia di non essere bella, considerata dagli altri, fa star male seriamente. Si perde la fiducia, la voglia di vivere. Invece il blog si Eleonora dimostra che c’è spazio per tutti: non si tratta di esserne ossessionate. Un modo per prendersi per mano e guardare lontano.

Quando c’è la salute, c’è tutto.

E già Eleonora: il modo in cui racconti la tua storia costruisce la tua storia, non viceversa. Per semplificare si può dire: la cosa importante è come te la racconti. Perché la più grande aspirazione di ogni ammalato è non esserlo più. Salvo conviverci con un viso sorridente pieno di speranza. Perché solo urlando “Vincerò io“, tu sei guarita e si torna in pista. Più forti di prima!
Ritengo che questa frase potrebbe fare da epigrafe al racconto di Eleonora nella stesura della mia amica Monica Antonelli visto che i momenti più intensi vissuti da Eleonora sono proprio quelli in cui assapora la libertà di vivere.

E non è quello che succede ogni giorno a noi?