Maria Sofia Palmieri, ultima fermata Cinema

C’è una generazione che andrebbe raccontata senza filtro nè trucco. Una folla con gli occhi gonfi di sonno e disillusioni. Sguardi incollati ai vetri di sale d’attesa che gratuitamente diffondono speranze. E’ una generazione di borse cariche di aspettative, ore e ore di studio nell’attesa che qualcosa di straordinario diventi possibile… mentre in sottofondo una voce annuncia: le faremo sapere. E’ la storia di chi sposa l’arte: cinema, teatro, o libri poco cambia. Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie… avrebbe detto Ungaretti. Per raccontare questa generazione abbiamo scelto Maria Sofia Palmieri. 

Nata a Roma, inizia come modella a diciannove anni, ma dopo poco lascia per dedicarsi interamente alla recitazione. Studia per anni con le più grandi acting coach del panorama nazionale, fra cui Yvonne D’Abbraccio e Gisella. Esordisce a teatro e il suo debutto cinematografico è nel film in costume “Quando corre Nuvolari” di Tonino Zangardi uscito postumo.

Cominciare così evoca l’idea del ciclo, della continuità, anche quando tutto sembra interrotto. Il cinema, l’arte, le sale d’attesa, i copioni, le opportunità, i treni da prendere o non prendere. Il mondo è così: ogni passato è un futuro, è viceversa, Roma, Milano, Torino, Parigi, Londra, chissà… A volte il presente è un’illusione in cui nulla avviene veramente. Ma ciononostante ci provi, ti presenti, reciti la tua parte. Tutti sembrano saperlo, tutti rispettano questo stato di fatto. Porte che si aprono, prospettive che cambiano: tutti chiedono qualcosa alla sorte: l’infinito dialogo a distanza con il destino.

Maria Sofia ha recitato anche nella fiction per Rai Uno “Non dirlo al mio capo 2” a fianco dell’attore Lino Guanciale ma ha fatto anche altro: attualmente è sulla scena nazionale con lo spettacolo comico “Fermenti lattici” per la regia di Monica Pariante scritto da Ester Palma, Monica Pariante e Lella Biraghi. E quest’anno si cimenterà anche con un testo di David Mamet “Boston Marriage”. Maria Sofia è anche una doppiatrice, si è diplomata alla Voice art di Roma, è la voce della costumista di Sarah Bernard nel film francese  “Cyrano, non amour” uscito al cinema lo scorso aprile e del book trailer “Diana” della scrittrice Simonetta Caminiti.

Inoltre sta ultimando in questi giorni le riprese di un nuovo film per la regia di Francesco Bonelli una commedia dal titolo “Non baciarmi” che arriverà fra qualche mese al cinema e su Amazon prime.

Tra romanticismo e immaginazione il cinema fa sognare: a viverle davvero certe storie si colorano. Maria Sofia che farà da grande? Innanzitutto l’attrice e poi viene il resto. Personalmente ho una idea su di lei: se vi dico quale, me la soffiano, quindi non posso dirvi di più.

W la sincerità!

 

Maria Sofia sei di Roma inizi come modella ma poco dopo abbandoni la fotografia per dedicarti interamente alla recitazione: senza l’arte dove saresti ora?

Credo che nella vita nulla accade per caso, io con da quando ero piccola ho sempre voluto fare l’attrice. Poi le cose sono andate in maniera molto naturale in quella direzione, senza che io le forzassi troppo. Per me recitare era ed è un’esigenza profonda; se non avessi fatto questo probabilmente avrei fatto il medico. Ho sempre avuto anche una grande passione per la medicina e ho il cosiddetto occhio clinico. A volte mi torna la voglia ma sono ben consapevole che nella vita alla fine bisogna scegliere una sola strada.

Girare per le vie di Roma ti fa scoprire un universo umano: la società multietnica è un fatto, non un dibattito: il musicista è triste per definizione, il capolinea è davanti al carcere (Rebibbia). Appare chiaro che chi sta sopra non precipita e chi sta sotto non decolla. Un po’ come la metafora di questa Paese…

Personalmente a Roma non vivo bene, infatti nell’ultimo anno sono sempre più spesso a Milano, soprattutto per motivi lavorativi e credo che il mio futuro sarà lì o sicuramente non a Roma. Questo è un Paese bellissimo ma non offre molte possibilità, infatti sono una che le opportunità se le crea e credo che tutti dovrebbero ragionare in quest’ottica.

Bellezza, intraprendenza, conoscenze: sono le tre armi per arrivare?

La bellezza non credo sia molto rilevante, la forza di volontà, l’intraprendenza e agire sempre secondo i propri valori.

A tutti manca sempre qualcosa, sembra un quiz della serie: nota il particolare. A Maria Sofia cosa manca?

Il saper decidere! Molto spesso vado in ansia quando devo prendere una decisione e fino all’ultimo non so cosa scegliere. Sono sempre molto confusa quando devo prendere una decisione.

Ti sei mai scoperta con gli occhi gonfi di sonno e disillusione?

Tante volte, ho avuto tante delusioni e amarezze. Ma il mio lato bello è che sono molto tenace, non mi arrendo mai, ho tanti momenti di sconforto ma alla fine alzo sempre la testa e vado avanti.

A volte basta poco per sognare: porte che si aprono, facce che cambiano, donne che si pettinano…

Mah onestamente cerco di starne molto fuori, non frequento feste nè cene tranne che non sia necessaria la mia presenza. Ho avuto anche io in passato a che fare con molti ruffiani e millantatori e ora li riconosco lontani un miglio e perfortuna so come difendermi!

Proust sosteneva che le bellezze che si scoprono per prime sono anche quelle di cui ci stanchiamo presto. Eppure il tuo mondo è pieno di ruffiani, adulatori e quaquaraquà per dirla come Sciascia…

È pieno, ma per fortuna ci sono anche tanti professionisti onesti e corretti. Cosa fare per non rimanere fregati? Ti dai una scadenza, per vedere se mantengono sul serio quello che dicono e se entro quel tempo non hanno concluso quello che dicevano mollare il colpo immediatamente senza sprecare un altro secondo di tempo ed energia. Io ho sempre fatto così e mi son sempre trovata bene! Le persone si rivelano subito.

Uno dei film che andrebbe fatto vedere agli italiani è “Il cammino della speranza” di Germi: il regista racconta il dramma di un gruppo di poveri siciliani partiti verso nord nell’intento di raggiungere la Francia. Ma l’uomo che ha promesso loro, dietro compenso, di organizzare il loro espatrio clandestino, è in realtà un truffatore che li abbandona al loro destino… Cosa ti viene in mente?

Mi viene in mente Collodi ne Le avventure di Pinocchio. Il Paese dei balocchi non esiste, ma purtroppo abbiamo bisogno di crederci per andare avanti.

Un avvenimento che ha cambiato il tuo modo di affrontare la quotidianità?

Sono stata molto male per un piccolo errore di gioventù, alle superiore, da allora la mia prospettiva della vita è totalmente cambiata. Il mio modo di percepirmi e di percepire la vita e il mondo sono radicalmente cambiati. Sono accadute anche altre cose che mi hanno portato a risvegliarmi ma la maggior parte dentro di me e sono quelle le cose più importanti.

Siamo tutti personaggi da film?

Sí, chi più chi meno!

Cosa porti in dote al cinema?

Vorrei regalare ogni volta qualcosa quando recito, sono una persona generosa che non si risparmia, mi piace tantissimo lavorare sui personaggi e togliere quasi del tutto Maria Sofia, perché non voglio che la mia identità offuschi il mio personaggio. Quello a cui sono stata più affezionata finora è Elettra che ho portato a teatro per due anni consecutivi nella commedia “Fermenti lattici”; Elettra è un carattere, è totalmente sopra le righe e mi sono divertita tantissimo a costruirla. Come diceva qualcuno, senza gli attori i personaggi rimarrebbero solo fantasmi di carta.

Un ruolo che ti calza a pennello?

No questo non posso dirlo io, in generale riesco molto bene nei caratteri.

Con tutto quello che accade in Italia e nel mondo, dacci un finale con il senso dell’umorismo?

Io non c’ero, e se c’ero dormivo…