Messina Street Food Fest: Cateno De Luca a tavola con la Messina da bere. Galeotta fu la bisque!

𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒄𝒊𝒕𝒕𝒂̀, 𝒖𝒏 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒄𝒖𝒍𝒍𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒐𝒍𝒄𝒆 𝒓𝒂𝒔𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒐𝒈𝒈𝒊 𝒔𝒊 𝒏𝒖𝒕𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒑𝒆𝒓𝒂𝒏𝒛𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒊𝒏𝒊𝒕𝒆, 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒂 𝒃𝒖𝒐𝒏 𝒎𝒆𝒓𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒖𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒖𝒂𝒍𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒍𝒆 𝒔𝒄𝒂𝒅𝒆𝒏𝒛𝒆.

A Messina, l’autunno porta con sé profumi di fritto, musica diffusa e folle festanti. Il Messina Street Food Fest, giunto alla sua settima edizione, trasforma l’ex cuore commerciale della città, Piazza Cairoli, in un villaggio gastronomico, con decine di casette, spettacoli, filodiffusione e migliaia di presenze. L’evento è ideato e gestito dalla società Eventivamente S.r.l., con il partenariato della Confesercenti Provinciale e con il patrocinio e la co-organizzazione del Comune di Messina.

Secondo la delibera comunale approvata per l’edizione 2025, l’amministrazione si impegna per una spesa di €31.720,00, coperta dal PEG 23474082, e mette in moto una macchina pubblica imponente, con l’obiettivo dichiarato di offrire intrattenimento gratuito alla cittadinanza e promuovere lo sviluppo economico locale. Ma il modello operativo dell’evento merita attenzione: gli incassi sono esclusivamente privati, attraverso una doppia fonte di guadagno:

Quote versate dagli espositori (51 stand gastronomici) 51 stand

Ticket venduti al pubblico, convertiti in piatti e consumazioni

(1 €uro a token).

 

L’evento traina il fatturato di Eventualmente S.r.l., facendolo lievitare a 1.222.222 €uro (dati del 2023 fonte Camera di Commercio Messina). La società controlla tutto e incassa. E non dimentichiamo la pubblicità nel quadrilatero, gli sponsor pagano per loghi, filodiffusione e social. E il Comune? A fronte di questo concede gratuitamente l’occupazione del suolo pubblico, esonera la società dalle tasse comunali per pubblicità e affissioni, e attiva una macchina organizzativa poderosa:

Fornitura di palco, audio, luci, SIAE e guardiania (€26.000 + IVA)

Deroghe acustiche (11:00–01:00) e ordinanze speciali per viabilità e sicurezza

Interventi di decoro urbano, pulizia (MessinaServizi), parcheggio prolungato (ATM), fornitura idrica (AMAM)

Presidio Polizia Municipale, Protezione Civile, e verifica beni demaniali

E dentro il perimetro della festa, si apre una parentesi tutta sua: il “protettorato gastronomico”. In teoria, ASP, SUAP, Polizia Municipale e Nucleo Annona dovrebbero vigilare su igiene, impianti, tracciabilità e regolarità del personale. In pratica, la piazza diventa una specie di “zona franca”, dove il rigore si scioglie nel burro e il controllo si fa discreto. Gli stessi enti che multano il barista per una lampadina fuori norma sembrano diventare spettatori sotto il tendone del gusto. Nessun report pubblico, nessuna sanzione nota.

Solo fritto e filodiffusione.

La delibera specifica che “tutte le ulteriori attività saranno a totale carico della Eventivamente S.r.l.”, ma non chiarisce i costi complessivi sostenuti dal Comune (stimabili in centinaia di migliaia di euro per servizi indiretti), né se vi siano rimborsi o canoni versati dalla società per l’uso dello spazio e dei servizi pubblici. Nel 2023, la società ha registrato un fatturato di €1.222.222, con circa 120.000 presenze all’evento. Un successo, certo. Ma resta aperta una domanda: quanto ha incassato il Comune? E, soprattutto, quanto ha speso in totale?

Intendiamoci: non si tratta di negare l’utilità dell’evento o la sua capacità di generare indotto. Si tratta di trasparenza. Di sapere se l’uso dello spazio pubblico e delle risorse comunali è bilanciato da un ritorno economico diretto, o se tutto si regge su una narrazione festosa che lascia i conti in ombra.

Intanto, fuori da Piazza Cairoli, il quadro è meno festoso. Il Viale San Martino, un tempo fiore all’occhiello del commercio cittadino, è una casbah disordinata e disillusa. L’economia di prossimità è stata messa con le spalle al muro da scelte urbanistiche e politiche che hanno privilegiato l’effimero. Dal 2018, sotto De Luca (e poi in continuità con Basile), il tessuto socio/economico locale è collassato, lo dicono i numeri, eccoli:

20% attività storiche chiuse (Confcommercio 2025)

Via dei Mille: 30% negozi serrati

Disoccupazione: 13,7% (Istat 2025)

Emigrazione giovanile: +15% (Svimez 2025)

Viabilità: +25% tempi di spostamento (Comune 2024)

Vivibilità: 92ª su 107 città italiane (Sole 24 Ore 2024)

Eppure, l’amministrazione parla di “vivibilità”, “attenzione ai bisogni dei cittadini”, “valorizzazione del tessuto socioeconomico”. Lo fa mentre organizza panem et circenses, con fondi pubblici, per stordire le menti e anestetizzare il dissenso. Perché se la città affonda, almeno può masticare illusioni, con eventi “luccicanti” e selfie istituzionali.

La delibera parla di “valorizzazione del tessuto produttivo”. Quale tessuto? Quello dei negozi chiusi? Dei giovani esiliati? Delle famiglie strozzate da bollette e tasse? Il Comune spende, la società incassa, e la città soffre.

E così, tra una braciola e un Dj Set, il cittadino osserva. E si chiede se, sotto il tendone del gusto, non si stia consumando l’ennesimo spettacolo di distrazione di massa. Con il fritto, il fumo. E con il fumo, il silenzio. Ma tranquilli: tutto è sotto controllo. C’è chi parla di lealtà, di correttezza, di politica del fare. Di città che risorge, che migliora, che vibra. E mentre lo dice, firma delibere, accende luci, stende transenne e distribuisce sorrisi tra una salsiccia e un proclama. Il comando è saldo, la narrazione è impeccabile, e gli errori, se ci sono, sono degli altri. Intanto, la città si svuota. Ma almeno, tra una frittura e una filodiffusione, può applaudire.

Perché il vero miracolo, ormai, è far credere che basti un evento per chiamarla rinascita.

P.S. In un post sui social il capo politico di Sud chiama Nord, Cateno De Luca ha minacciato, assessori e Co, di un possibile rimpasto entro la fine dell’anno. Niente paura: se dovesse accadere, il ristorante cinese sta assumendo!

 

bilgiu