Le urne bocciano il sindaco di Messina: l’Accorinti incattivito

L’Accorinti incattivito – C’è sempre una prima volta. Sempre a dileggiare e a marcare le differenze e mai a concertare? Così, anche per Renato, il pacifista scalzo, il sindaco del cambiamento (?) è arrivata la sconfitta, anzi, la batosta.

 

Perché non se l’aspettava nessuno, neanche i meno ottimisti; perché oltre a non guadagnare voti, ora il profeta della rivoluzione dal basso guarda da lontanissimo il Comune che lui ha amministrato per cinque anni.

A quanto pare male, se i cittadini lo hanno bocciato nell’urna. Ma Accorinti non fa autocritica: la colpa – sostiene – è di quelle masse di elettori che si vendono per povertà e disagio ai potenti.

Dimenticando che la scorsa elezione aveva detto l’esatto contrario: ho vinto perchè la gente vuole cambiare Messina.

Dunque, se oggi la città da lui amministrata è più povera rispetto al passato, con tanti disagi, con precarietà elevate sarà pure colpa sua o dobbiamo sempre ricercare gli errori tra quelli che c’erano prima?

E sui debiti di Palazzo Zanca che tanto fanno penare l’assessore al Bilancio – al punto che ancora non è stata trovata una soluzione – avrà o no contribuito pure con la sua sindacatura?

Al di là dei pensieri, del tifo da stadio oggi Accorinti avrebbe dovuto prendere atto del suo fallimento e ammettere la sconfitta. Invece no. La colpa è sempre degli altri.

Che delusione, che tristezza: Accorinti, bisogna saper perdere e questa è una nuova, difficile prova da superare. Per ora, non c’è traccia della capacità di digerire la sconfitta. Dalle sue parole e da quelle dei suoi fedelissimi solo veleni e cattiverie. Tutto secondo copione. Consiglio di rivedere le strategie e soprattutto a fare un doveroso bagno d’umiltà.