Nino Germanà e i politici in fiamme

Bisogna far sapere all’onorevole Ninitto Germanà che esistono anche politici che fanno il loro mestiere seriamente. E quelli più discutibili sono, guarda caso, quelli più inseguiti e coccolati dai media: salvo poi beccarsi il contropelo. Viva gli onesti, sempre, ma ammettiamo che è più facile essere onesti se non c’è una poltrona di mezzo o una commessa da far aggiudicare. Proviamo a dirci, senza voler disturbare i discorsi sui massimi sistemi, che al Comune di Messina come alla Regione Sicilia i grandi come Ninitto Germanà non hanno realizzato nulla per il bene collettivo semmai qualche opportunità per i propri fedelissimi ed è troppo puerile banalizzare sui bilanci altrui quando il suo (bilancio) è scarno. E continuiamo a dirci che in fondo basta relativamente poco (basta vincere) per diventare santini del popolo bue e dintorni. A voler essere pignoli, e con la dovuta considerazione per i livelli di stress eccetera, non è il massimo della sportività che Ninitto Germanà rinunci alla presenza in Consiglio Comunale perché la vittoria finale è fuori portata: provi a fare il sindaco invece della figurina. Ma non importa, lui può. Provi semmai a immaginare, così per divertirsi, quale immagine sua circolerebbe oggi, fosse arrivato a braccetto con Berlusconi invece di quel birbone di Giacomo Caci all’ultima festa alla moda. Possibile conclusione: le cattive figure gli appartengono per intero. Appropriarsene per mettere in evidenza le disfunzioni del Comune di Messina (e in pratica coprendole col bandierone) è un esercizio di cattiva coscienza che non porta da nessuna parte se non a soste davanti all’altare di turno. Così si dicono le litanie e si fa festa, ma non si cresce.