Se la musica parla francese. Philippe Jordan alla Scala con Bertrand Chamayou. In arrivo Matthias Pintscher

È in arrivo un marzo denso di appuntamenti per la Filarmonica della Scala. Il prossimo concerto della stagione 2024 al Teatro alla Scala è già lunedì 4 marzo: il direttore svizzero Philippe Jordan torna sul podio della Filarmonica dopo dieci anni e insieme al pianista Bertrand Chamayou propone un programma tutto francese.

 

In apertura il Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy – sorta di ouverture per tutta la musica francese del primo ’900 – seguito dal Concerto per la mano sinistra in re maggiore di Maurice Ravel. Di Ravel è anche la celebre orchestrazione dei Quadri di un’esposizione di Musorgskij, in programma per la seconda parte del concerto. L’affondo nella musica francese continua lunedì 18 marzo con l’atteso debutto alla Scala di Matthias Pintscher, direttore e compositore tedesco che ha appena terminato uno straordinario decennio alla guida dell’Ensemble Intercontemporain. Le chant du rossignol di Igor Stravinskij, Masques et bergamasques di Gabriel Fauré e La mer di Claude Debussy circondano il concerto per violino e orchestra Mar’eh, scritto dallo stesso Pintscher e interpretato da Ilya Gringolts, per la prima volta al Piermarini.

Domenica 17 marzo alle ore 20:30 Matthias Pintscher dirige la Prova Aperta che inaugura la stagione 2024, che anche quest’anno coinvolge associazioni beneficiarie che si occupano di contrastare la dispersione scolastica. L’appuntamento inaugurale è gratuito e dedicato alla città: in accordo con il Comune di Milano, una parte dei biglietti è riservata alle fasce della popolazione che trovano maggiore difficoltà nell’accesso alla vita culturale meneghina oltre che agli enti beneficiari. La Stagione delle Prove Aperte, anche in abbonamento, continua fino a novembre con i concerti diretti da Myung-Whun Chung (7 aprile), Riccardo Chailly (12 maggio), Giovanni Sollima (6 ottobre) e Fabio Luisi (3 novembre).

Il pianista francese Bertrand Chamayou è legato a Maurice Ravel da una profonda affinità artistica e personale. Innamorato della sua musica fin da quando aveva nove anni, Chamayou trascorreva le vacanze a pochi metri dalla sua casa natale a Ciboure e ha studiato con Jean-François Heisser, il cui maestro Vlado Perlemuter era allievo di Ravel stesso.
Scrive Carla Moreni nelle note di sala: «Parla tutto francese il programma di questa sera, e non solo perché Claude Debussy e Maurice Ravel appartengono alla medesima mappa geografica, quanto piuttosto per alcune spiccate caratteristiche che legano le tre composizioni in locandina. Ad esempio, subito nella prima quell’attacco così originale per tradurre un titolo in poche battute: un flauto con un leggero arabesco, dalla voce seducente, calda nel registro medio grave e dal passo incantatorio che va a specchiare in musica i versi alessandrini dell’Après-midi d’un Faune di Stéphane Mallarmé. […] Liberté, virtuosité, nature: ecco i tre parametri della Francia in musica nel Novecento».