TRUFFA AI DANNI DI UN ISTITUTO DI CREDITO: EROGATI PRESTITI PER OLTRE 1 MILIONE DI EURO

Nel mese corrente gli uomini del Gruppo Tutela Economia del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Brescia hanno individuato un modus operandi truffaldino relativo all’erogazione di crediti. A far scattare l’allarme è stata la segnalazione proveniente da un intermediario sito nel territorio bresciano. Il personale operante ha avviato un’attenta analisi della documentazione trasmessa, denunciando alla Procura della Repubblica di Brescia nr. 9 soggetti responsabili del reato di truffa, aggravata dal danno patrimoniale di rilevante entità. Nello specifico, un ex dipendente di un istituto bancario, in qualità di sportellista cassiere – perito estimatore, sopravvalutava i beni dati in pegno dai clienti e si adoperava per concedere agli stessi disponibilità superiori a quelle erogabili sulla base della normativa interna dell’istituto bancario. Il credito su pegno rappresenta un’operazione di finanziamento mediante la quale un soggetto, a fronte della costituzione in garanzia di un bene previamente valutato da un perito di fiducia della banca, ottiene in tempi rapidi un prestito pari a un importo commisurato al valore commerciale stimato del bene medesimo. All’atto della concessione del prestito, la banca rilascia al prestatario una polizza al portatore. Nella polizza di pegno sono descritte le caratteristiche del bene mobile, le condizioni e l’ammontare del finanziamento, il valore attribuito al bene e le date di costituzione e di scadenza del prestito. Quest’ultimo non può eccedere i quattro quinti del valore di stima fissato dal perito, se trattasi di pegno di preziosi, e i due terzi del valore medesimo, se trattasi di oggetti diversi. I soggetti in concorso con l’ex dipendente, già clienti della banca, avrebbero utilizzato dei prestanome, presumibilmente inconsapevoli, al fine di ottenere maggiori sovvenzioni rispetto agli importi massimi concedibili. A tale scopo, secondo quanto ricostruito, il cliente si presentava allo sportello munito di documenti d’identità di altre persone, cui venivano intestate le polizze. La predetta indagine ha fatto emergere anomalie su circa 1.079 polizze per un valore
sovvenzionato di oltre 1 milione di euro, a fronte di un valore degli oggetti sottoposti a pegno di 373 mila euro circa.