Corruzione, Gianpaolino: Costi altissimi, fenomeno vivo

"Quando ormai manca una manciata di ore al ventesimo anniversario di Mani pulite (il ‘mariuolo’ Chiesa arrestato il 17 febbraio 1992) arriva dalla Corte dei conti e dal suo presidente Luigi Giampaolino un forte scossone per il governo e per l´intero Paese". Così Repubblica sintetizza le notizie in arrivo, ieri, dalla magistratura contabile. "Si parla della corruzione ovviamente, che diventa anche quest´anno la protagonista dell´inaugurazione dell´anno giudiziario della magistratura contabile. Una cronaca di quanto essa sia, a tutt´oggi, forte e potente proprio com´era allora. Dice l´alta toga mentre cerca di valutare il danno che si riverbera e pesa sullo Stato: "Si tratta di una lunga e ben triste teoria di casi e vicende che serve non tanto per tracciare una mappatura dell´illegalità, della corruzione o del malaffare, fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce". Napolitano gli sta seduto di fronte. Accanto c´è il Guardasigilli Severino e molti altri ministri. Tra le mani hanno i dossier del presidente della Corte e del procuratore generale Lodovico Principato (ma parlera’ in sua vece l´aggiunto Maria Teresa Arganelli). E li’ c´e’ il dato che poi scuote la giornata. La corruzione in Italia e’ valutabile in 60 miliardi di euro all´anno. Ad essa si affianca un´evasione fiscale tra i 100 e i 120 miliardi. Per la sola Iva se ne calcola una intorno al 36%, <<tra le piu’ alte in Europa>>. Ci sarebbe bisogno di uno scossone, "di costruire un momento di lotta" dice Giampaolino che evoca un raffronto, quello con la tensione che ci fu contro la mafia. Invece le norme contro la corruzione aspettano in Parlamento da due anni. Non si avverte "un reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale". Non viene reintrodotto il falso in bilancio nella versione originaria e non si allunga la prescrizione".