Terzo tempo in politica. Solfa, fuffa o muffa?

 

Terzo tempo: Non vi è nessuna norma regolamentare che ci obblighi a stare seduti. Neppure quella che obblighi a ragionare. È facoltativo.

Si può concepire un “terzo tempo” in politica? L’eleganza di stile puo’ di certo tratteggiare il nemico in avversario.

Tuttavia, il nemico in politica resta nemico.

Lo stesso alleato è un nemico evitato ma resta un nemico potenziale.

In un articolo de “La Stampa” del 2017 si diceva <<La storia della politica nazionale può così venire letta come un pendolo tra il conflitto esacerbato – di cui la delegittimazione è una delle maggiori espressioni – e i tentativi da parte delle classi dirigenti di scongiurare le possibili crisi di regime>>.

Nelle città e nei paesi, può – forse – anche testimoniarsi cosa diversa.

Guareschi immaginava Don Camillo e Peppone come due persone profondamente diverse ma <<unite sulle cose essenziali>>.

Domani, i candidati sindaco Bramanti e De Luca lasceranno intendere che saranno uniti sulle cose essenziali? Quali?

Sulle stesse cose essenziali, declinate nel “cosa, quando, come, perche’”, la città – attraverso i media – non può mettere d’accordo tutti i candidati, tutti i partiti, tutti i movimenti, tutte le forze politiche?

Se però la cosa essenziale è vincere non ci siamo.

Infatti, non con-vince, non mi convince, non si convince.

Sarebbe più utile (eticamente ed esteticamente) ritirare una candidatura sottoscrivendo un programma comune.

Possibilmente, cestinando la proposta di istituire per i croceristi il casinò a Palazzo Zanca .. proposta assimilabile alla flotta comunale per attraversare lo Stretto.

Ragiono vecchia maniera?

Già … nessuno obbliga a ragionare se si pensa al pallottoliere della ragioneria elettorale.

Ragiono con vecchi schemi di interpretazione?

Non vi è nessuna norma regolamentare che ci obblighi a stare seduti. Neppure quella che obblighi a ragionare. È facoltativo.

Emilio Fragale