Terremoti civici. ‘Trinità’ e numeri

Il 60% degli aventi diritto ha deciso di non esprimersi nei giorni scorsi per le elezioni in Lombardia e Lazio, regioni ampiamente popolate ed importanti del Paese. Nel contempo si registra la soddisfazione dei vincitori, la cosiddetta destra. Ora si formeranno le giunte che ci amministreranno, soprattutto per la parte sanità. Poco più del 50% del 40% deciderà grossomodo al 51% ciò a cui dovremmo attenerci ed usare per una parte della nostra quotidianità. In numeri significa che le decisioni, e la gestione delle stesse, sarà da parte di 3 persone su 10, che hanno contrarie o indifferenti le altre 7.

La responsabilità di queste “trinità” e di tutti noi, elettori e non, che abbiamo consentito si arrivasse a questi “numericchi”. Certo, quelli che ci amministravano prima non ci hanno incoraggiato, ma essere passati da 6 su 10 (l’ideale numerico della democrazia) a 3 su 10, non vede nessuno esente da responsabilità. Ora di teniamo le trinità fino alla prossima volta.

Questo vuol dire che, per quanto i nuovi amministratori ce la metteranno tutta, saranno sempre 3 su 10, dove 1 (la minoranza che ha votato) vota contro, ma 6 si fanno i fatti loro, che non sono quelli della comunità.

Nel nostro Paese, “fatti loro” significa: evasione fiscale, sotterfugi, imbrogli, escamotage, distrazioni, e tutto quello che si può fare che non abbia di ritorno un utile per la comunità. Senza considerare (e non sottovalutare) che anche quei 4 che ci amministrano (3 maggioranza e 1 minoranza) non è detto che non facciano come i loro predecessori o peggio, mettendo al centro del loro agire interessi corporativi o privati a dispregio del bene comune.

Vien da chiedersi, in un afflato di anarchismo civico, se non fosse meglio che questa trinità non ci fosse ed esistesse solo uno Stato burocratico minimo (magari regolato da un algoritmo) per evitare che “ci si scanni per strada”.

Certo, chi dovrebbe programmare questo algoritmo? Difficile rispondere, ma allo stato dei fatti e degli intenti, afflati e fiducie manifestate, non ci sarebbe altra figura che il presidente della Repubblica, fintanto che c’è e che dura. Poi? Si vedrà. E’ forse meglio campare alla giornata che farsi amministrare da 3 su 10 che, spesso, si contraddicono fra di loro (1) e sembra che reggano solo grazie al collante del potere.

1 – si pensi, per esempio, al presidente di un partito di governo, Forza Italia, che un giorno sì e l’altro pure invita ad appoggiare l’invasione russa dell’Ucraina, mentre il governo ufficialmente è contro e tutti fanno finta che abbia detto il contrario.

 

 

Vincenzo Donvito Maxia, presidente Aduc