Salvini e Di Maio isolano l’Italia, che va in serie B

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Salvini e Di Maio con la loro politica conducono l’Italia all’isolamento, cioè la portano in serie B.

Non è bastata l’esperienza dello scontro con i 26 Paesi della Ue sulla manovra economica, compresi quelli del gruppo Visegrad tanto cari a Salvini, a indurre i due vicepremier a un po’ di intelligenza politica. Adesso hanno individuato un nuovo nemico, la Francia, utile per condurre la prossima campagna elettorale.

Si può aprire un braccio di ferro con tutti? Forse, quando si è forti, ma l’Italia non è in queste condizioni: ha il secondo debito pubblico della Ue, il rapporto debito/pil è il doppio di quello che dovrebbe essere, il Pil è allo 0,6%, se non più basso, stando alle agenzie, lo spread è ancora alto, con relativi maggiori interessi da pagare, capitali in fuga e investimenti fermi.

In questa situazione con chi litigano Salvini e Di Maio? Con i nostri maggiori partner commerciali, cioè con la Germania con la quale abbiamo un interscambio di 130 miliardi e con la Francia il cui interscambio ammonta a 85 miliardi, a nostro favore.

Nel frattempo, ad Aquisgrana, cittadina tedesca che nell’VIII secolo fu la sede preferita di Carlo Magno, re dei Franchi (la simbologia conta), la Germania e la Francia hanno stipulato un trattato di collaborazione economica, che prevede una maggiore integrazione tra le due economie, l’istituzione di una zona economica franco-tedesca dotata di regole comuni, l’adozione di un programma pluriennale di progetti comuni e il coordinamento delle politiche in materia di mercato del lavoro.

In sintesi, si creerà uno spazio economico privilegiato tra i due Paesi.

Inoltre, si svilupperà il coordinamento nella politica estera, con incontri bilaterali prima di ogni riunione della Ue e la condivisione di progetti di sviluppo militare.

Invece di trovare un accordo con le due maggiori economie della Ue, integrandosi, Salvini e Di Maio rispondono con il famoso dito medio alzato. Vedremo come andrà a finire. Per il popolo, ovviamente.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc