Presidente Petrucci, quante spine in questo basket d’estate…

Per il basket d’estate risolvere le questioni lasciate in sospeso è il primo grande richiamo alla realtà. Dire che la federazione guidata da Gianni Petrucci deve risolvere qualche problema è voler essere generosi con l’ex capo del Coni. Dagli arbitri ai calendari è un continuo vociare. Colpa dell’afa o c’è altro che bolle in pentola?

 

Non passa giorno che non scoppi un caso e così gli avversari prendono un nome, gli appuntamenti hanno una data, una scadenza, tutto esce di colpo dall’allegria e le spacconate d’agosto. Calendari, campionati, nazionale, convocazioni, tesseramento atleti, nomine e incarichi. Fateci caso: non c’è una squadra che si dica soddisfatta, non c’è un tesserato che si senta tutelato dalla Fip. Qualcuno bara, moltissimi però sono sinceri.

Ma è lecito giudicare più o meno buono un presidente che gestisce una federazione in cui, alla fine, tutti incontrano tutti? In teoria no e quasi certamente anche in pratica. Nove volte su dieci dopo un campionato, una sfida, una lotta di potere, vince sempre il migliore, ma c’è quella volta di troppo in cui anche la raccomandazione aiuta.

La vicinanza a questo o quel personaggio aiuta soprattutto a darsi un ruolo, una spinta, un’etichetta. Il tempo della giustizia, per esempio, poi travolge o rimette lentamente le cose a posto, ma psicologicamente almeno la partenza ha un ruolo molto importante: far fuori chi non è simpatico al Sistema, metaforicamente parlando.

In attesa di essere felicemente smentiti dai primi risultati della politica – che sembra voler vederci chiaro su alcune vicende – , c’è da aggiungere solo che sarà un anno molto stretto: se la nazionale non aiuterà Petrucci, se gli arbitri non troveranno la quadra, se la giustizia sportiva non ritorna sulla terra, ci potrebbe scappare qualche sorpresa e perché no, un commissariamento.

E così toccherà al navigato Petrucci evitare che ciò accada. Dunque, che altro dire? I problemi restano e i dirigenti lo sanno. Non è vero che il basket d’estate non conta. A suo modo è lo “zoccolo duro” dell’anno, la prima faccia della verità.