Lo sport è metafora di vita. Storie di doping, incontri truccati e scommesse

Diciamo spesso che lo sport è metafora di vita. Ed è vero se poi vengono a galla certe storie poco nobili. Dal ciclismo al calcio, dal nuoto, all’atletica, al basket. Storie di doping, di incontri truccati, di scommesse. In una parola storie di inganni, Dal risultato di una prestazione sportiva alla trasparenza di un intero campionato.

 

Lealtà? Etica? Sportività? Esempio per i giovani?

D’accordo, la cronaca racconta che dove ci sono regole, è fatale, c’è qualcuno che prova a violarle per accelerare la corsa al facile guadagno. Il fenomeno delle scommesse è un virus pericoloso che ha intaccato molte discipline. E non può essere una consolazione dire che succede ovunque, la differenza è che a casa nostra ciò accade nell’indifferenza generale.

Guardiamoci allo specchio, affrontiamo la realtà: siamo una nazione con un sistema immunitario addormentato, mancano gli anticorpi, e quando ci sono sono poco reattivi. Da calcio poli ai laboratori taroccati. Dalle scommesse ai passaporti falsificati.

Dal Coni ci saremmo aspettati di più di un comunicato di sconcerto: non a caso ogni volta l’alibi è la riforma della giustizia sportiva. Sono anni che i vari presidenti che gestiscono lo sport italiano ne annunciano volontà di cambiamento, salvo poi…lasciare cadere nel dimenticatoio la volontà di migliorare i controlli al fine di non nuocere le lobby delle federazioni.

Davanti a un sospetto, spesso la parte pulita della società chiude gli occhi, si volta altrove, sceglie il quieto vivere anziché la scomodità della denuncia. Qualcuno ha dovuto ammettere che la facilità con cui il trucco perverso penetra nel  mondo dello sport è la medesima che consente alla criminalità organizzata di farsi strada nel Paese, penetrando nell’economia come un coltello nel burro. Poi si scopre che i due mondi non sono così distanti.

Eppure non dovrebbe essere così complicato far rispettare le Leggi se esistono le regole.

Parliamo di basket

 Sogno una federazione, un Comitato siciliano che intende promuovere un movimento sportivo dove ci si impegna allo spasimo ma senza trucchi, violenze o menzogne. Il risultato finale di una gara, un campionato non deva mai essere messo in discussione per colpa di un sospetto, di una frode. Altrimenti abbiamo fallito tutti.

Sogno una federazione, un Comitato siciliano che dall’alto della sua autorevolezza, credibilità, trasparenza si rivolge ovviamente agli atleti (meglio se giovani o giovanissimi), ma anche alle società, agli arbitri, agli allenatori, ai genitori e, perché no?, ai tifosi. 

Siccome non vogliamo accusare nessuno, partiamo dal principio più ovvio che regola una competizione sportiva: se qualcuno bara, va cacciato. Stabilito questo, il problema si amplia quando i bari, i cialtroni, sono tanti.

Dipende da come si guarda la cosa: in giro vedo e leggo cose poco nobili. L’arroganza di chi agisce in maniera diversamente onesta. Quasi che l’aver commesso una porcata è da mostrare agli altri come un successo personale. Ho paura che passi il concetto che la regola del basket, in questo caso, ma dello sport in generale sia riuscire a dopare una gara fregando l’avversario, la lealtà che è uno dei principi fondamentali del viver civile. E questo essere i più furbi è ormai la morale che si vuol far passare un po’ dappertutto.

Mi chiedo: il Coni, la Fip, il Comitato siciliano non hanno i dubbi che abbiamo noi di IMG Press? Si preoccupano come noi dei principi fondamentali quali Etica, Lealtà, Sportività in manifestazioni e campionati dove ci si impegna allo spasimo ma senza trucchi, violenze o menzogne?  Vorrei esserne del tutto sicuro. Epperò, perdonatemi, non lo sono.