Italia. Siamo poveri o ricchi?

Siamo poveri o ricchi? Vediamo. Secondo l’Istat, nel nostro Paese ci sono 5 milioni di poveri assoluti, ma coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza sono 2,4 milioni, meno della metà dei poveri assoluti dichiarati, il che significa che solo il 4% della popolazione è povera assoluta; non va bene, ovviamente, ma questa diversità di numeri è dovuta alla modalità di ricerca, infatti, è basata sulla dichiarazione delle persone sui propri consumi, non sul reddito o sul patrimonio.

Il tasso di disoccupazione è del 9,7%, quindi alto. C’è poca offerta di lavoro, si dice, ma l’economia non osservata, vale a dire in nero, vale circa 211 miliardi di euro, una cifra enorme; significa che quel 9,7% di disoccupati non è reale, è minore, perchè quando si lavora, in tutto o in parte, in nero non si è inclusi in quella percentuale.

Il mercato finanziario è asfittico, si dice, ma la borsa italiana quest’anno è cresciuta del 31% (indice FTSE MIB), una performance che ci pone al primo posto in Europa.

Non si arriva a fine mese, si dice, ma ci sono 1.400 miliardi in contanti e depositi bancari e la ricchezza netta delle famiglie italiane, mobiliare e immobiliare, è maggiore di quella dei tedeschi, ed è pari a 9.743 miliardi di euro, dei quali 4.374 miliardi in attività finanziarie. Vero è che la ricchezza non è distribuita omogeneamente ma, ricordiamo, che le famiglie detengono il 92% del valore del patrimonio residenziale complessivo e la disponibilità di terreni coltivati è per quasi il 90% di proprietà delle famiglie.

Siamo abbandonati dallo Stato, si dice, ma spendiamo il 52% del bilancio pubblico in welfare, cioè, pensioni, sanità e assistenza.

Tutto bene, dunque? No, ovviamente, lo abbiamo già scritto e non vogliamo ripeterci, giacchè l’elenco sarebbe lungo, ma prendiamo atto dei numeri e invitiamo a prestare attenzione a chi ha più bisogno di noi. Non solo a Natale.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc