Il Ponte torna nelle mani di Autostrade

Il Ponte san Giorgio (ex Morandi) torna nelle mani della società Autostrade. Ma come, si chiedono in molti, non si era annunciata la revoca della concessione? Conte, Di Maio, Toninelli e il M5S non avevano tuonato contro Autostrade e data la revoca come imminente? 

Sono passati due anni dalla tragedia e due governi, Conte1, con il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5S), e Conte2, con la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli (PD), e siamo all'impasse.  
E' necessario, ancora, valutare il modello tariffario, poi si dovrà sentire il parere dell'Avvocatura di Stato, poi quello dei vari organismi tecnici, dal Cipe alla Cassa depositi e prestiti ma, soprattutto, c'è un problema che si chiama manleva, che possiamo tradurre in esonero della responsabilità.

Vediamo di capire

La Cassa depositi e prestiti (Cdp) è una società controllata all'83% dal Ministero dell'Economia, in pratica è una istituzione pubblica. La Cdp dovrebbe entrare nel capitale di Autostrade, il che significa lo Stato dentro Autostrade.
Già, ma chi assumerà la responsabilità penale e civile della rete autostradale dopo quello che è successo al ponte Morandi? 
La Cdp, cioè lo Stato, vorrebbe essere sollevata da tale responsabilità ma Atlantia, che controlla Autostrade, non è d'accordo.

Insomma, tutto è fermo dopo due anni e due governi, però siamo "un popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori e di trasmigratori."
Basta crederci.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc