Governo, propaganda e realtà

Propaganda e realtà, così potremmo definire, per la prima parte, l’azione del governo legastellato in questi mesi. Il “me ne frego”, “noi andiamo avanti”, “spazzeremo”, “cancelleremo”, “non indietreggeremo di un millimetro”, con la variante del mezzo millimetro, ecc., sono slogan che vanno bene, semmai andassero bene, in campagna elettorale, non quando si governa.

 

Vediamo.

 

Il vicepremier, Matteo Salvini, a giugno, aveva dichiarato di aver fatto in un mese molto più del precedente governo, ma era una bufala. La maggior parte del lavoro per limitare gli sbarchi di migranti l’ha fatta il governo precedente.

Salvini aveva dichiarato che avrebbe azzerato la legge Fornero, ma, oggi, si limita ad un aggiustamento delle uscite pensionistiche, che, con i soldi a disposizione, dureranno un anno, il tempo necessario per andare alle elezioni europee e nazionali. Poi si vedrà.

 

Non da meno il suo collega, l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che voleva chiudere le acciaierie Ilva e ha fatto appena in tempo a firmare l’ultimo atto per riattivarle. Idem per la Tap, che doveva essere chiusa in due settimane e che, invece, ha avuto il via libera alla prosecuzione dei lavori. Bufale, insomma.

 

Entrambi, i due vicepremier, si sono cimentati con le pensioni cosiddette d’oro, fissando un limite a 5000 euro nel “Contratto di Governo”, per poi violare l’accordo stesso abbassandone il limite a 4500 euro, poichè di risparmi non se ne vedevano e, comunque, sono irrilevanti. Si propagandava, fino a pochi giorni fa il sistema pensionistico contributivo (tanto versi, tanto ottieni) quando poi si è ripiegatati sul contributo di solidarietà, visto che qualcuno ha spiegato loro che le leggi si rispettano anche se si ha voglia di non rispettarle.

 

Ad entrambi i due vicepremier, per la propaganda, sono rimasti i vitalizi, usufruiti da 2600 ottuagenari ex parlamentari, che dovevano essere cancellati, ma che sono stati ricalcolati, con un sistema che, in anticipo, il Consiglio di Stato ha bocciato. Gli ex parlamentari faranno i ricorsi per i quali occorreranno un paio di anni e nel frattempo M5S e Lega saranno impegnati con la propaganda in vista delle elezioni europee e nazionali.

L’importante è che il popolo ci creda.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc