Governo. Il soroche

Il soroche, o mal di montagna, è una condizione patologica causata dal mancato adattamento dell’organismo alle grandi altitudini. Gli effetti del soroche sono vertigini, psicosi e allucinazioni.

Ci è venuta in mente questa sindrome, ricordando ciò che diceva Giancarlo Giorgetti, leghista, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’inizio della esperienza del governo lega stellato. Giorgetti consigliava a tutti i ministri (compreso Matteo Salvini) di porre sulla scrivania una fotografia di Matteo Renzi. L’avvertimento era chiaro: ricordatevi di quello che è successo a Renzi.
Non è servito.

In particolare non è servito a Salvini, la cui frequenza del potere (determinava la politica governativa con il suo 14% di voti), gli ha indotto il soroche, politico s’intende: le vertigini hanno provocato sbandamenti ed è finito a sbattere contro un palo. Ovviamente, le cariche istituzionali di vicepremier e ministro, quelle partitiche, di segretario della Lega, e le vittorie elettorali, avrebbero indotto molti a soffrire di soroche, ma la differenza tra i molti e il capo è la capacità di tenere la barra dritta e non farsi travolgere da provvisorie cariche e temporanee vittorie, che inducono a pensare di rappresentare il popolo intero e di chiedere i pieni poteri.

Anche Luigi Di Maio, ha avuto i sintomi del soroche, sempre politici, tra vice premierato, due ministeri e la carica di capo politico del M5S e il 33% dei voti alle politiche nazionali. Pur di mantenere le cariche si è lasciato travolgere da Salvini e non si è accorto cosa succedeva nel mondo della Lega. Crediamo che abbia ancora qualche problema di collocazione, vista la sceneggiata degli inderogabili 20 punti programmatici che ci ricordavano il titolo del film di Pedro Almodovar “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” (Mujeres al borde de un ataque de nervios), cambiando genere, ovviamente.

Ora, con il nuovo governo ci sentiamo di fare nostro il consiglio di Giorgetti, per non ritrovarci tra qualche mese sotto elezioni.

I cittadini, utenti, consumatori e risparmiatori hanno già dato.
E’ ora di cambiare registro.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc