Francesco, grazie di essere morto

Caro Francesco,
per un giorno intero sono rimasto senza parole. Sei stato un faro in una notte di tempesta.
Non riesco a descrivere il senso di solitudine che mi ha invaso. La tua morte era prevedibile, umana ma è veramente difficile pensare di fare a meno di te. In tv si rincorrono infinite dichiarazioni sul grande vuoto che lasci. Sembra che a sentire la tua mancanza non saranno solo quelli come me che ti hanno sempre amato ma chi ha osteggiato le tue parole sulla Pace e le ha irrise. I potenti che inneggiavano alle armi si sono improvvisamente convertiti?
Alcuni di loro verranno ai tuoi funerali, altri manderanno corone di fiori e a sentire le loro belle parole possiamo immaginare che sventolino finalmente le bandiere bianche russe e ucraine e cessi il massacro dei palestinesi.
I politici di ogni colore da domani sentiranno il dovere di precipitarsi nelle carceri per occuparsi delle condizioni dei detenuti o saliranno sulle navi per tendere la mano ai bambini che rischiano di affogare. “Dalla parte degli ultimi” non sarà più soltanto una nobile esortazione del Vangelo ma l’imperativo categorico di qualsiasi Presidente del Consiglio e di ogni leader di partito, tanto più se porta crocifissi al collo. Saranno talmente in tanti a schierarsi con i più poveri che non riusciremo più a distinguerli dagli altri.
Insomma, caro Francesco, grazie per essere morto se non ci saranno più ultimi e nemmeno nemici. A nessun santo prima di te era riuscito un miracolo così grande. Avevi ragione: ciascuno di noi può essere migliore di come appare.
Viva la speranza! Ti mando un bacio e così sia.
Michele Santoro